Sanità vibonese al collasso, clima teso e sindaci in rivolta: «Apriamo una vertenza Vibo»
Conferenza di quasi 6 ore e toni accesi. Duro intervento di Romeo: «Siamo in emergenza». Sul tavolo della discussione gli ospedali di Tropea e Serra

VIBO VALENTIA Il commissario dell’Asp Gianfranco Tomao lascia Palazzo Luigi Razza quando sono passate da poco le 21. Tra le mani un plico di fogli e appunti frutto di una conferenza fiume durata quasi sei ore in una sala consiglio gremita tra sindaci, sindacati e associazioni. «Ho ascoltato tutte le vostre istanze, le approfondirò» ha rassicurato i presenti. Un gesto distensivo al termine di una conferenza dal clima teso e dai toni accesi, culminato in uno “scontro” verbale tra i rappresentanti dell’Azienda, Gianfranco Tomao e Gianluca Orlando, e i membri delle associazioni presenti. «Noi siamo qui e ci stiamo mettendo la faccia» hanno risposto i vertici dell’Asp, chiedendo «rispetto» per il loro impegno nel provare a risolvere criticità che esistono da tempo.
Un quadro allarmante
La fotografia della crisi sanitaria vibonese la offre lo stesso Tomao: «Sono qui da tre mesi ma ho visto cose allucinanti che non vengono fatte da 30 anni». Che il quadro sia allarmante lo avevano segnalato anche i sindaci in un documento redatto e approvato dalla Conferenza in cui si chiedevano interventi urgenti. «In sei mesi non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata» tuona il sindaco del capoluogo Enzo Romeo in un durissimo intervento. «È una situazione inaccettabile. Oggi ci giochiamo il futuro della sanità vibonese». Per il sindaco è necessaria una «vertenza Vibo» e invita i cittadini a unirsi nella protesta: «La sanità vibonese è in una condizione di mortalità assoluta. Io credo che il commissario ad acta non abbia contezza di quale sia la situazione nei nostri reparti, nei nostri ospedali». Invoca anche la protezione civile, tipica delle situazioni di emergenza, chiedendo che venga proposto una Dca unico: «Se abbiamo necessità di medici o attrezzature servono assunzioni e procedure accelerate. Non è una situazione normale, ma di emergenza».


Le accuse di Romeo
Toni accesi durante il passaggio sulla revoca dell’incarico al predecessore Vittorio Piscitelli: «Hanno mandato via un commissario che aveva intenzione di fare qualcosa» ha accusato Romeo. «Così ci sta offendendo, se non siamo graditi andiamo via» è stata la risposta piccata dei vertici Asp. «Non era riferito a voi – ha poi precisato Romeo – ma nei confronti delle persone che hanno deciso che Piscitelli se ne doveva andare». Un quesito ripreso poco dopo anche dal sindaco di Serra San Bruno Alfredo Barillari: «Ancora nessuno ci ha spiegato il perché è stato rimosso. Qui siamo 50 sindaci che meriterebbero di avere una risposta». A margine della seduta il primo cittadino di Vibo ha ribadito il sostegno agli attuali commissari: «Noi siamo al fianco della triade e continueremo a sostenerla. Ma non si può più stare fermi mentre chiudono reparti, mancano i servizi e i medici». Per Romeo è urgente «progettare e programmare», soprattutto per salvare gli ospedali “periferici”: «C’è una strategia che vedrà tra poco la chiusura dell’ospedale di Tropea, com’è avvenuto per Soriano. Sono ospedali, insieme a quello di Serra San Bruno, che già non si possono definire più aperti».

In crisi gli ospedali di Tropea e Serra
Sono stati proprio Tropea e Serra San Bruno i due temi prioritari della Conferenza. Il nosocomio tropeano è stato scosso di recente dalle dimissioni dell’urologo Alberto Ventrice per le difficili condizioni in cui lavorava, ma diversi reparti sono a rischio chiusura tra carenza di medici e anestesisti. «Abbiamo fatto una selezione di dieci anestesisti, uno ha dato la disponibilità. Stiamo facendo tutto il possibile con Azienda Zero per trovarne» spiega il commissario Tomao. Al momento il sistema regge sui medici cubani, anche loro costretti a turni massacranti. Nell’entroterra Serra San Bruno vive pesanti criticità, elencate dal sindaco Barillari: un Pronto soccorso carente di medici strutturati e con macchinari fatiscenti, radiologia con un solo medico radiologo con contratto esterno, la chirurgia ambulatoriale con un solo medico cubano. A ciò si aggiungono i servizi previsti su carta ma assenti nel concreto.
L’impegno dei commissari
«Abbiamo ascoltato tutte le esigenze e le terremo in contro per poi adottare, per quello che sarà possibile nel rispetto delle norme e dei regolamenti, le soluzioni che potranno essere praticate» ha detto a fine conferenza Tomao. Sugli ospedali di Tropea e Serra: «Non ci risulta alcuna strategia per chiuderli. Naturalmente vanno resi funzionanti, per cui faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità perché gli ospedali possano essere messi in grado di funzionare». (ma.ru.)
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