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Bilancio e olivicoltura, il Consiglio accelera: maggioranza compatta, opposizione furiosa

Via libera all’assestamento 2025 e alla riforma del patrimonio olivicolo senza il passaggio in commissione. Scontri su metodo, priorità politiche e trasparenza

Pubblicato il: 27/11/2025 – 18:12
di Paola Suraci
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Bilancio e olivicoltura, il Consiglio accelera: maggioranza compatta, opposizione furiosa

REGGIO CALABRIA Si è aperta con ritmi serrati la terza seduta del nuovo Consiglio regionale della Calabria, guidata dal presidente Salvatore Cirillo. Dopo le comunicazioni iniziali, dedicate a temi istituzionali e a una riflessione sulla violenza contro le donne, l’Aula ha votato la presa d’atto delle dimissioni di Pasquale Tridico. Al suo posto ha fatto ingresso in Aula, sempre per il Gruppo M5S, Elisabetta Maria Barbuto. Poi si è entrati subito nel vivo con i primi provvedimenti finanziari e legislativi, rivelando uno scontro politico già acceso tra maggioranza e opposizione, dove i provvedimenti passano a colpi di maggioranza.

La seduta

Il primo punto discusso è stato l’assestamento di bilancio 2025, presentato dalla segretaria questore Luciana De Francesco, definito dalla maggioranza un «passaggio necessario». La manovra, approvata a maggioranza e con il voto favorevole del Pd, prevede l’utilizzo di circa dieci milioni di euro dell’avanzo 2024 per finanziare investimenti che sarebbero rimasti scoperti a causa del nuovo slittamento del Poc Calabria 2021-2027, originariamente previsto entro marzo 2025. Tra gli interventi previsti, oltre dieci milioni sono destinati alla ricostruzione dell’Auditorium Calipari a Palazzo Campanella, crollato nel luglio 2020. Giuseppe Falcomatà (Pd) parlando in Aula si è detto favorevole all’iniziativa, evidenziando l’importanza di pervenire finalmente alla riqualificazione dell’Aula Calipari, e per questo ha annunciato il voto favorevole proprio e del gruppo Pd ma allo stesso tempo, ha chiesto chiarimenti sulle motivazioni che hanno impedito un intervento più rapido, interrogandosi se i ritardi siano stati dovuti a problemi di finanziamento o ad altri fattori. Il capogruppo di Forza Italia Domenico Giannetta ha replicato richiamando le lunghe indagini seguite al crollo e sottolineando come finalmente la città e il Consiglio recuperino un simbolo culturale importante. Filomena Greco ha invece criticato l’assenza dei fondi Poc originariamente destinati all’opera, annunciando voto contrario. Il dibattito si è poi allargato all’intero assestamento della Giunta, che ammonta complessivamente a oltre 79 milioni di euro per il 2025, finanziati in larga parte dall’avanzo di amministrazione 2024. La manovra punta a garantire equilibrio dei conti, coprire contenziosi, estinguere prestiti e finanziare investimenti strategici, tra cui circa diciotto milioni destinati al sistema ospedaliero regionale.
L’opposizione ha però contestato la mancanza di visione politica: ad iniziare da Rosellina Madeo (Pd) che ha espresso disappunto «per il mancato avvio delle Commissioni e l’impossibilità di discutere nel merito del provvedimento in discussione, considerato che non si è in presenza di un mero provvedimento di natura tecnica, ma il documento politico per eccellenza. Si dice: “dimmi come spendi e ti dirò chi sei”. Consapevoli della perfezione dal punto di vista contabile, è importante sottolineare alcune impellenze per pervenire ad una politica a sostegno delle donne attraverso il superamento del “gap disoccupazione” che le possa, eventualmente, liberare da qualunque forma di oppressione». Ancora sui tirocinanti ha detto che «è necessario un intervento sul Governo e fare chiarezza sui numeri della stabilizzazione, considerato che è ad appannaggio dei comuni e non a tutti i comuni risulta agevole».
Giuseppe Ranuccio ha parlato di «una manovra priva di prospettiva senza uno slancio, senza alcuna riforma utile nel suo seno e senza prospettiva di sviluppo», scatenando repliche di Orlandino Greco e Marco Polimeni, mentre Elisa Scutellà ha rimesso al centro il tema dei Tis e del lavoro. Angelo Brutto (FdI) ha difeso il provvedimento, lodando la «buona politica» del presidente Occhiuto e dell’assessore Minenna. La legge sulla tutela del patrimonio olivicolo.

La legge sulla tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo

La seduta è entrata poi nel vivo con la legge che modifica la normativa del 2012 sulla tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo. Ad illustrare il testo di legge, presentata dai consiglieri Santoianni, Bevilacqua, Caputo, De Francesco, Giannetta e Pitaro, è stata la prima firmataria Elisabetta Santoianni (FI).

Elisabetta Santoianni

Il testo – articolato in 11 articoli – interviene su punti cruciali: dall’integrazione della disciplina generale alla semplificazione delle comunicazioni relative agli espianti, dall’aggiornamento delle norme sulla potatura e sulla lavorazione in loco alla revisione del sistema sanzionatorio e delle tariffe per i sopralluoghi tecnici. Un lavoro di riallineamento complessivo che punta a dare certezze agli operatori e a favorire una gestione più razionale e sostenibile del patrimonio olivicolo.

Mancano le commissioni

La minoranza ha contestato la fretta della maggioranza di portare in Aula un testo di legge senza il passaggio preliminare nelle commissioni, ancora non costituite, e senza la possibilità di un dibattito approfondito. Il presidente Cirillo ha ricordato che la questione sarà affrontata nella riunione dei capigruppo del 5 dicembre, ma la minoranza ha comunque chiesto il rinvio, denunciando una procedura che definisce «irrispettosa del normale iter legislativo».

minoranza consiglio regionale

Il consigliere Laghi (Tridico Presidente), ha detto con forza: «Il testo non è perfettamente coerente con la relazione svolta perché l’attività olivicola ne uscirà indebolita. La nuova formulazione consente di modificare la destinazione d’uso in qualunque momento, introducendo elementi di soggettività. Viene cancellato il registro degli alberi monumentali degli ulivi. Il registro, seppur non implementato, avrebbe motivo di esistere. Si autorizza l’estirpazione degli ulivi frangivento. La legge riserva la tutela solo a residuali tipi di alberi monumentali. Anche i tempi autorizzatori si restringono ed insospettisce l’utilizzo e la lavorazione in loco degli alberi la cui finalità – la produzione di olio – verrebbe messa in secondo piano. Non si comprende l’urgenza di pervenire alla trattazione del provvedimento», e per questo ha chiesto il rinvio «per consentire una discussione puntuale in commissione».
Nonostante le obiezioni, la relatrice Elisabetta Santoianni ha difeso la riforma, richiamando l’importanza economica e identitaria dell’olivicoltura calabrese. La Calabria è seconda regione italiana per produzione di olio d’oliva, con 1,6 milioni di quintali annui, 33 cultivar autoctone e circa 1.100 frantoi distribuiti su tutto il territorio. Santoianni ha sottolineato che l’intervento non comporta nuovi oneri per il bilancio regionale. Nonostante le proteste della minoranza, la legge è stata approvata grazie alla maggioranza, chiudendo una seduta segnata da tensioni politiche e contrasti sul metodo.
La giornata ha evidenziato come, già nelle prime settimane della nuova legislatura, il Consiglio regionale operi in un clima di forte contrapposizione, con il dibattito tra maggioranza e opposizione destinato a caratterizzare le prossime sedute. (redazione@corrierecal.it)

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