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Caserta, Vivarini e la “maledizione” del dopo Catanzaro

Da eroi giallorossi a tecnici in difficoltà: da quando hanno lasciato il “Ceravolo”, il salto di qualità è diventato un incubo. Ieri si sono dati il cambio a Bari

Pubblicato il: 27/11/2025 – 10:45
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Caserta, Vivarini e la “maledizione” del dopo Catanzaro

CATANZARO Quando Fabio Caserta e Vincenzo Vivarini guidavano il Catanzaro, sembrava che la loro carriera fosse destinata a spiccare definitivamente il volo. Vivarini aveva addirittura scolpito il suo nome nella storia recente giallorossa con una cavalcata memorabile in Serie C: calcio dominante, record di punti, entusiasmo alle stelle. E poi, l’anno successivo in B, la Serie A sfiorata, ancora giocando il miglior calcio della categoria. Caserta, subentrato al suo posto, dopo un avvio stentato, aveva completato l’opera portando i giallorossi alla seconda semifinale consecutiva playoff, conquistando rispetto e attenzioni da tutta Italia. Poi… la scelta. Entrambi hanno lasciato Catanzaro, entrambi con qualche polemica, convinti che fosse il momento giusto per salire un gradino più in alto. E invece, per paradosso, sembra sia iniziata una lenta discesa.

Caserta, il sogno Bari diventato un boomerang

Il tecnico calabrese aveva scelto Bari come occasione per elevare il suo profilo: piazza importante, ambizione dichiarata, un progetto che sulla carta doveva rilanciarlo definitivamente. Il 18 giugno 2025, dopo aver rescisso con il Catanzaro, viene infatti annunciato come nuovo allenatore biancorosso, con un contratto biennale. Ma la realtà è stata ben più dura del previsto: risultati altalenanti, identità di gioco mai trovata, pressioni immediate. Fino a ieri, 26 novembre 2025, quando è arrivato l’esonero dopo 13 punti in 12 partite e un deludente sedicesimo posto.
Un finale amaro per chi aveva lasciato Catanzaro con la speranza di dimostrare di valere palcoscenici ancora più prestigiosi. A rendere il tutto ancora più simbolico, il fatto che proprio ieri il Bari abbia scelto di affidare la panchina a Vincenzo Vivarini, chiamato a sostituire l’esonerato Caserta.

Vivarini, tra promesse e ricadute

Anche Vincenzo Vivarini, dopo aver costruito a Catanzaro una delle squadre più brillanti degli ultimi anni, ha tentato di rilanciarsi altrove. Dopo aver rescisso con i giallorossi il 1º luglio 2024, viene ingaggiato dal Frosinone con un biennale. Ma l’avventura dura poco: 6 punti in 9 giornate e arriva l’esonero.
Il 2 luglio 2025 riparte dal Pescara neopromosso, un ritorno in biancazzurro a diciotto anni di distanza. Ma anche lì la storia si ripete: 8 punti in 12 giornate e l’11 novembre arriva un nuovo esonero, con gli abruzzesi al terz’ultimo posto.
Una serie di stop che hanno sorpreso molti, soprattutto considerando il livello del tecnico ammirato al “Ceravolo”. E ora, quasi in un gioco del destino, Vivarini riparte proprio dal Bari, chiamato a risollevare la squadra lasciata in difficoltà da Caserta.

Fuori da Catanzaro si spegne la magia

Il filo comune delle loro storie è sorprendente: finché sono stati a Catanzaro, tutto sembrava girare per il verso giusto. La squadra aveva identità, ritmo, mentalità. I tifosi erano un motore instancabile. La società sosteneva e proteggeva, anche (soprattutto Caserta) di fronte alle critiche.
Da quando hanno lasciato il capoluogo di regione, entrambi hanno cambiato squadra, città, pressioni, e nulla è più stato lo stesso. Una maledizione? Forse no. Forse è semplicemente la prova che Catanzaro, oggi, è una piazza speciale, capace di far rendere al massimo chi sa mettersi in sintonia con la sua anima.
E loro, paradossalmente, lo hanno scoperto solo andandosene. Caserta e Vivarini hanno creduto di trovare altrove ciò che avevano già nelle mani. Ma la realtà ha raccontato un’altra storia: lontano da Catanzaro, il calcio è stato molto meno generoso. Forse non era il Catanzaro ad aver bisogno di loro. Forse erano loro ad aver bisogno del Catanzaro. (redazione@corrierecal.it)

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