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Indagini serrate

Assalto al portavalori sull’A2: potrebbe essere andata in fumo buona parte dei due milioni

Il lavoro degli inquirenti si sta concentrando sulle cosche della ‘ndrangheta di Sinopoli, Melicuccà e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Allarme dai sindacati

Pubblicato il: 01/12/2025 – 12:37
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Assalto al portavalori sull’A2: potrebbe essere andata in fumo buona parte dei due milioni

BAGNARA CALABRA Nuovi elementi emergono dopo l’assalto di questa mattina al furgone portavalori lungo l’autostrada del Mediterraneo. Secondo quanto trapela dalle prime ricostruzioni investigative, potrebbe essere andata in fumo buona parte dei due milioni di euro trasportati, a causa dell’incendio che ha avvolto i mezzi coinvolti. Un dettaglio che rende ancora più grave un episodio già di per sé eclatante per modalità, organizzazione e violenza.
L’attacco è avvenuto poco dopo le 6, all’altezza di Bagnara Calabra, quando un gruppo composto da una decina di rapinatori ha assalito il furgone di una società privata utilizzando armi da fuoco e due auto rubate, posizionate trasversalmente sulla carreggiata nord dell’ex Salerno-Reggio Calabria. I banditi hanno dato alle fiamme le vetture per creare una barriera e bloccare ogni transito in direzione nord, trasformando quel tratto dell’A2 in un imbuto senza via di fuga.
Le fiamme sprigionate dai veicoli incendiati hanno investito anche il portavalori, danneggiandolo pesantemente e provocando la combustione di parte del contante trasportato. Secondo le fonti investigative al momento appare difficile quantificare con certezza il danaro distrutto nel corso dell’incendio e la parte sottratta. La stima definitiva arriverà solo dopo una verifica tecnica approfondita.
Sul posto hanno operato gli investigatori della squadra mobile, diretti da Gianfranco Minissale, insieme agli agenti della polizia stradale di Palmi, coordinati dalla Procura di Reggio Calabria. La complessità dell’azione, definita dagli inquirenti come condotta con «sperimentata capacità e determinazione», indica un commando altamente preparato, in grado di agire con tempismo e coordinamento.
Le indagini si stanno concentrando su ambienti criminali dell’area tirrenica. In particolare, gli investigatori stanno verificando la posizione di alcuni giovani pregiudicati legati alle cosche della ’ndrangheta di Sinopoli, Melicuccà e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Non si esclude però che il gruppo possa essere composto da figure emergenti appartenenti alle famiglie reggine. Tutte le ipotesi restano sul tavolo, mentre la Procura mantiene il massimo riserbo.
L’assalto ha riacceso anche il dibattito sulla sicurezza nel settore della vigilanza privata. In un comunicato congiunto, i sindacati di categoria della sicurezza privata di Cgil, Cisl e Uil «condannano con fermezza il grave episodio criminale» e manifestano «piena solidarietà ai lavoratori coinvolti, che si sono trovati in una condizione di rischio elevatissimo». Il trasporto valori, denunciano, «rimane un settore esposto, vulnerabile, spesso lasciato senza adeguati strumenti, riconoscimento e protezioni».
Secondo le sigle sindacali, l’assalto conferma «quanto denunciato nei giorni scorsi» sulla fragilità del comparto: una criticità che «non riguarda soltanto la contrattazione, ma chiama direttamente in causa la responsabilità delle istituzioni e delle stazioni appaltanti», che dovrebbero essere «coinvolte immediatamente» per garantire standard di sicurezza più alti. Il settore, insistono, «rimane strutturalmente fragile e poco tutelato».
Nel frattempo, proseguono gli accertamenti tecnici sul luogo dell’assalto, dove i veicoli incendiati sono stati rimossi solo dopo ore di lavoro. Il quadro investigativo resta in evoluzione, ma una certezza c’è: l’azione di stamattina porta la firma di un gruppo organizzato, con conoscenza del territorio e capacità operative non comuni. E il conto economico, tra denaro sottratto e denaro bruciato, potrebbe rivelarsi ancora più pesante di quanto inizialmente ipotizzato. (redazione@corrierecal.it)

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