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Il 2026 di Corrado Alvaro, l’occasione che la Calabria non può sprecare

Dopo scioglimenti, inerzie e infiltrazioni sospette, il nuovo anno è il bivio definitivo: rinascere o perdere per sempre la memoria di un gigante della letteratura

Pubblicato il: 01/12/2025 – 12:23
di Fabio Benincasa
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Il 2026 di Corrado Alvaro, l’occasione che la Calabria non può sprecare

REGGIO CALABRIA L’11 giugno del 1956, un lunedì di sessantanove anni fa, moriva alle 4.50 a Roma Corrado Alvaro. Era nato a San Luca il 15 aprile 1895. Poeta, intellettuale tra i più importanti e famosi d’Italia, Corrado Alvaro è stato uno degli scrittori più moderni del Novecento italiano. Moderno nella lingua, nel pensiero, nel modo di osservare e raccontare le comunità. Era calabrese ed europeo allo stesso tempo, un uomo della restanza e dell’erranza. Questo doppio respiro – radicato e aperto – è il cuore del programma che la Fondazione (che porta il suo nome) vuole realizzare, a 70 anni dalla sua morte. Ma i piani futuri e quelli presenti sono inevitabilmente segnati da quanto accaduto negli ultimi mesi, dalla decisione della Prefettura e della sua perfetta Clara Vaccaro di sciogliere il precedente Consiglio di amministrazione all’arrivo del commissario straordinario Luciano Gerardis, già presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria.

I motivi dello scioglimento

La Fondazione Corrado Alvaro nasce a dicembre 2004, con l’obiettivo di «perseguire finalità di valorizzazione dell’opera dell’illustre letterato calabrese, attraverso anche la pubblicazione delle sue
opere, la costituzione di un centro studi e di una rete istituzionale, allo scopo di promuovere la cultura meridionale di autori contemporanei, dando impulso alla crescita di nuove generazioni letterarie, attraverso, tra l’altro, l’organizzazione di corsi, di rassegne anche internazionali, di pubblicazioni periodiche e l’istituzione di un premio letterario giornalistico intitolato all’autore». Questi i buoni propositi, ai quali – nel corso degli anni – non sono seguite azioni sufficienti a garantire quanto stabilito. Nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2024, infatti, «l’organo amministrativo ha prodotto iniziative episodiche e circoscritte, insufficienti al raggiungimento degli scopi statutari, omettendo, tra l’altro, la riedizione del prestigioso premio letterario-giornalistico intitolato a Corrado Alvaro e lasciando inerte
il Comitato Scientifico
», scrive nelle motivazioni di scioglimento il prefetto della provincia di Reggio Calabria. Che aggiunge: «nello stesso periodo la Fondazione ha accumulato ininterrottamente perdite
d’esercizio, avviando un processo di erosione del patrimonio che, vista l’assenza di qualsiasi correttivo, può prefigurare, anche se non nel breve periodo, un indice di probabilità di default
». Ed ancora, «il Cda è composto da taluni amministratori che non offrono quelle garanzie di onorabilità ed indipendenza necessarie ad assicurare che il patrimonio sia correttamente destinato allo scopo per cui è stata costituita la Fondazione, e tali amministratori sono, altresì, in grado di esercitare un peso preponderante nelle decisioni dell’organo collegiale».
C’è un passaggio delle motivazioni che cristallizza e riassume la decisione presa dalla prefettura. «I periodi d’esercizio compresi tra l’anno 2019 ed il 2022, sono stati caratterizzati da una sostanziale totale assenza di attività concretamente volte al perseguimento degli scopi della Fondazione». Negli ultimi anni si è registrato «un apparente crescendo di iniziative istituzionali», troppo poco rispetto alla mission. Anche le memorie presentate da Aldo Maria Morace, già presidente della Fondazione sono tuttavia insufficienti – a parere della prefetta – rispetto al perseguimento dello scopo dell’Ente. Morace ha presentato ricorso al Tar e si resta in attesa di una determinazione.

L’ombra della ‘ndrangheta

Le 9 pagine di motivazione riferite allo scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro contengono anche i riferimenti a possibili infilitrazioni della ‘ndrangheta. Il Consiglio d’Amministrazione era composto da nove consiglieri, tre dei quali nominati dall’Associazione Il nostro tempo e la speranza, in qualità di ente promotore della Fondazione: si tratta di «Giuseppe Strangio, fratello di Francesco Strangio alias “Ciccio
boutique”, condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, ritenuto al vertice della ‘ndrina alias “Janchi” di San Luca»; Francesca Giampaolo «legata per vincoli di affinità alla famiglia di ‘ndrangheta “Pelle” alias “Gambazza”», sebbene sia consanguinea della famiglia Alvaro «non esclude che la stessa possa avere anche rapporti di affinità/parentela con altre famiglie»; Domenico Vottari ha – invece – sostituito Antonio Strangio «fratello dell’ex rettore del Santuario della Madonna di Polsi, don Pino Strangio, già Vicepresidente della Fondazione “Corrado Alvaro”, condannato in primo grado per associazione di tipo mafioso, procedimento nel quale è stato ritenuto dal Tribunale di Reggio Calabria, “paciere nei contrasti” nella prospettiva del funzionamento e rafforzamento dell’organizzazione criminale». Per la Prefettura «l’associazione “Il nostro tempo e la speranza” (…) vede tra i propri componenti numerosi soci che presentano legami di parentela/affinità con persone ritenute contigue alle ‘ndrine afferenti al contesto territoriale di San Luca». Come si legge nelle motivazioni, «l’elezione del Presidente Aldo Morace fu proposta direttamente da don Pino Strangio».

Il presente

A distanza di mesi dall’insediamento, il commissario Gerardis ha tirato le somme del lavoro svolto – prima di annunciare la conclusione del suo incarico – grazie anche all’istituzione di un Comitato scientifico che ha elaborato un programma organico, pluriennale. In occasione del Settantesimo anniversario della morte di Alvaro, nel 2026, si terrà un convegno internazionale a lui dedicato, non solo a San Luca ma anche a Roma, Torino (al Salone del Libro), e nelle capitali europee come Berlino, Parigi, Istanbul. Del comitato scientifico – lo ricordiamo – fanno parte 19 membri: Vito Teti, Daniele Cananzi, Fulvio Librandi, Alberto Scerbo, Novella Primo, Antonio Fanelli, Lucrezia Lijoi, Giuseppe Caridi, Anna Mallamo, Ermenegilda Tripodi, Francesca Tuscano, Laura Curtale, Demetrio Paolin, Annalisa Insardà, Annarosa Macrì, Alberto Gangemi, Anna Saccà, Giovanni Profazio, Angela Bubba.
Parallelamente a queste attività già in calendario, la Fondazione sosterrà la riedizione dell’opera omnia, la riedizione critica di Belmoro e la creazione di un Archivio Alvariano Digitale, capace di riunire materiali dispersi in Italia e all’estero. Non solo. Su Corrado Alvaro, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha annunciato la volontà di produrre un film su grazie all’esperienza di Vito Teti. «Per tanti anni la Calabria ha finanziato film sulla ‘ndrangheta, e ora dobbiamo comunicare le ricchezze e le bellezze della Calabria. Questo è un approccio innovativo», ha sostenuto il governatore.

L’imminente futuro

A meno di un mese dal 2026, da quando inizierà ufficialmente l’anno di celebrazioni dedicato a Corrado Alvaro pare, dunque, necessario dotare la Fondazione di un nuovo presidente e proseguire così il lavoro di ricostruzione dell’Ente, ma soprattutto rendere concreti i progetti in cantiere e quelli ancora nel cassetto. Deve essere un’azione evidentemente prioritaria per la Regione Calabria e per il presidente Roberto Occhiuto che recentemente ha anche ribadito la necessità di istituire una «consulta della cultura, richiamando l’impegno e il prezioso sostegno degli intellettuali della Calabria». Ed allora perché non partire proprio da Corrado Alvaro? (f.benincasa@corrierecal.it)

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