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Nel tunnel della paura

Professionisti del crimine sull’A2, com’è stato possibile un assalto “da manuale”?

Gli investigatori analizzano esplosivi, armi e movimenti della banda. Un’operazione troppo precisa per essere improvvisata

Pubblicato il: 01/12/2025 – 21:01
di Paola Suraci
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Professionisti del crimine sull’A2, com’è stato possibile un assalto “da manuale”?

REGGIO CALABRIA Ore dopo l’assalto al portavalori della Sicurtransport lungo l’autostrada A2, nel tratto tra Scilla e Bagnara, le indagini proseguono senza sosta. Il caso è seguito dal sostituto procuratore Marzia Currao della procura ordinaria e non c’è quindi il coinvolgimento della Dda, mentre gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta da Gianfranco Minissale, stanno esaminando ogni dettaglio per ricostruire la dinamica del colpo. Al momento, non emergono elementi certi di un coinvolgimento diretto della ’ndrangheta, anche se tutte le piste restano aperte.
Sul luogo dell’assalto, le pattuglie di Carabinieri e Polizia hanno subito avviato i rilievi, mentre i Vigili del fuoco hanno domato le fiamme delle auto incendiate, utilizzate per bloccare la carreggiata e isolare il blindato. L’azione, rapidissima e micidiale, ha visto il furgone immobilizzato all’interno della galleria Vardaru, mentre l’asfalto era cosparso di chiodi a tre punte per impedire qualsiasi fuga.
La banda, stimata in otto, dieci persone, ha impiegato armi di vario calibro: è confermato l’uso di colpi calibro 12, mentre resta da verificare la presenza di kalashnikov o altri fucili d’assalto. Gli investigatori stanno inoltre valutando l’eventuale utilizzo di tritolo per aprire il portellone del blindato; le perizie tecniche sui residui e sui frammenti metallici sono in corso presso la Polizia Scientifica.
Il bottino, circa due milioni di euro, era destinato al pagamento di pensioni e tredicesime. Nonostante manchino conferme su un collegamento diretto con la criminalità organizzata, gli investigatori stanno valutando la possibilità che il colpo sia stato agevolato da un basista e che l’operazione abbia ricevuto il via libera da esponenti della ’ndrangheta locale. In un territorio come quello reggino, azioni di questa portata difficilmente possono essere realizzate senza il consenso dei vertici delle cosche.
I tre vigilantes della Sicurtransport, illesi ma sotto shock, sono stati trasportati al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria per accertamenti, principalmente per l’inalazione di fumo e lo stress subito durante l’assalto. Le loro testimonianze saranno fondamentali per chiarire la sequenza dei minuti concitati e il tipo di armamento utilizzato.
I disagi per gli automobilisti sono stati ingenti: centinaia di veicoli sono rimasti bloccati per ore sull’autostrada e alcuni anche in galleria. Solo nel tardo pomeriggio, l’Anas ha comunicato che i mezzi incendiati sono stati rimossi, consentendo la riapertura della corsia di sorpasso mentre la corsia di marcia resta chiusa dal km 414,900 al km 412,800 per completare le verifiche e garantire la sicurezza della circolazione. La rapidità e l’organizzazione dell’assalto fanno pensare a una banda esperta, probabilmente già attiva in altre regioni italiane e capace di colpire con precisione chirurgica.
La Procura mantiene il massimo riserbo, mentre la Squadra Mobile sta analizzando ogni reperto, filmato, nella corsa contro il tempo per dare un volto ai responsabili di una rapina che ha scosso l’intera provincia. (redazione@corrierecal.it)

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