Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:41
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’intervista

Dolce: «La ‘ndrangheta ancora sottovalutata in Europa». Attenzione alta sul Ponte: «Si può fare di più»

Gli appetiti criminali: dall’edilizia a trasporti e rifiuti. Il sostituto procuratore della Dna ai nostri microfoni: «Contro la criminalità organizzata necessaria una risposta forte e compatta»

Pubblicato il: 02/12/2025 – 14:46
di Mariateresa Ripolo
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Dolce: «La ‘ndrangheta ancora sottovalutata in Europa». Attenzione alta sul Ponte: «Si può fare di più»

ROMA «È necessario che ci sia una risposta forte e compatta della cittadinanza, dello Stato, delle istituzioni nel loro complesso». A rappresentare un pericolo nazionale e internazionale e di dimensioni sempre più crescenti è l’organizzazione mafiosa che più di tutte sta dimostrando capacità di infiltrazione confermate da dati che si fanno ogni anno più allarmanti: la ‘ndrangheta, che nel corso degli anni è stata in grado di travalicare, per capacità criminale, i confini regionali e nazionali. «La ‘ndrangheta continua ad essere presente non soltanto al Sud, ma in molte regioni, in quasi tutte le regioni del Centro-Nord e in buona parte dell’Europa». A fornire un’analisi del fenomeno è Salvatore Dolce, sostituto alla Direzione nazionale antimafia (Dna), ai microfoni del Corriere della Calabria, a margine della presentazione del Dossier di Avviso Pubblico “Il male in Comune”, un rapporto che ha evidenziato proprio come la Calabria sia la regione con la più alta incidenza di infiltrazioni della criminalità organizzata negli enti pubblici.

LEGGI ANCHE: Enti sciolti per infiltrazioni mafiose: Calabria nell’occhio del ciclone. Reggio e Vibo tra le province più colpite

Dolce ha lanciato un chiaro monito sulla pervasività dell’organizzazione, spesso sottovalutata dai Paesi in cui i clan calabresi sono stati in grado di radicarsi portando avanti affari per milioni di euro: «Credo che ci sia un problema serio: molti Stati europei non si rendono conto di quanto la ‘ndrangheta sia radicata in quei territori». Una minaccia – a detta del magistrato della Dna – che non può essere affrontata unicamente con gli strumenti repressivi: «È un problema serio che non può certamente essere affrontato esclusivamente attraverso gli strumenti della magistratura e delle forze di polizia. È necessario che ci sia una risposta forte e compatta della cittadinanza, dello Stato, delle istituzioni nel loro complesso». «Propongono – ha aggiunto Dolce – una serie di riflessioni anche normative per affrontare il problema ‘ndrangheta e mafia più in generale sotto vari profili, in particolare quello della prevenzione».

Gli appetiti criminali: dall’edilizia a trasporti e rifiuti

Diversi i settori su cui la ‘ndranghete rivolge i propri appetiti criminali. «I settori prediletti, se parliamo degli appalti, sono soprattutto l’edilizia e i trasporti. Mentre, se parliamo di servizi, penso per esempio a tutta la tematica della gestione dei rifiuti, dalla raccolta alla trasformazione e allo smaltimento». Il sostituto procuratore ha precisato come le indagini e i processi abbiano confermato queste tendenze: «Fermo restando che poi anche i settori dell’immobiliare, della ristorazione sono quelli dove investono molto. Ma se parliamo del rapporto con la pubblica amministrazione, penso, soprattutto, ripeto, all’edilizia e al tema della gestione dei rifiuti».

Attenzione alta sul Ponte sullo Stretto

Un’attenzione particolare è rivolta ai grandi progetti infrastrutturali. E tra questi c’è senza dubbio quello che vale 13,5 miliardi di euro e su cui sono sempre più numerosi i moniti di chi denuncia possibili interessi criminali: il Ponte sullo Stretto. Ai nostri microfoni, Dolce ha confermato che l’attenzione è massima: «C’è molta attenzione su questo» ha assicurato, sottolineando come a livello di prevenzione si stia già lavorando, pur affermando che «forse si potrebbe fare di più». «È chiaro – ha spiegato infine Dolce – che è un’opera che, per il volume di affari che avrà intorno ad essa e per la quantità di denaro pubblico che ci sarà, non può non suscitare gli appetiti delle mafie presenti in Italia, e in particolare di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta».( m.ripolo@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x