Polizia in prima linea, ma senza garanzie: più mezzi e uomini perché «in Calabria è come essere in guerra»
Straordinari non pagati, organici carenti e territorio ostile. Le richieste dell’FSP: «Attendiamo ancora ciò che ci spetta da due anni»

LAMEZIA TERME La richiesta è chiara e viene ribadita con forza: detassare gli straordinari e pagare quelli arretrati, fermi da quasi due anni. Perché ogni ora di lavoro in più, sul campo, non è solo un numero su un registro ma è tempo sottratto alle famiglie, è presenza sul territorio per garantire la sicurezza dei cittadini, anche senza troppe garanzie di sicurezza come spesso accade anche in Calabria.
A denunciare la situazione lavorativa degli uomini della Polizia di Stato è il sindacato FSP nel corso di un incontro organizzato tra le mura del Commissariato a Lamezia Terme. A farsene carico, il segretario Giuseppe Brugnano.

«Chiediamo garanzie e tutele per chi opera in prima linea»
«Siamo qui per denunciare, ancora una volta, criticità che si ripetono ciclicamente: mancano uomini, risorse e mezzi per la Polizia di Stato», racconta al Corriere della Calabria. E in una terra come la Calabria, fare il poliziotto «significa essere in guerra, e quando l’antistato appare più forte dello Stato chiediamo garanzie e tutele per chi opera in prima linea», denuncia il segretario dell’FSP. Dalla presa di coscienza dei problemi e delle emergenze per i poliziotti, arrivano le richieste, chiare e precise, rivolte alle istituzioni e alla politica nazionale che, della difesa dei diritti degli uomini delle Forze dell’ordine ne ha fatto una questione prioritaria, senza però arrivare ai risultati paventati. «Al governo nazionale rivendichiamo questioni storiche: dalla previdenza complementare agli straordinari non pagati da quasi due anni, fino alla detassazione degli emolumenti accessori. Piccoli segnali positivi ci sono, ma non bastano. Per questo stiamo incontrando i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, portando le nostre richieste al tavolo centrale dell’amministrazione». Il paradosso è evidente: «Ci chiedono di esserci sempre, in prima linea, ma ci ritroviamo a inseguire ciò che ci spetta di diritto». E mentre si parla di riforme e sostegno alle forze dell’ordine, «sul territorio i problemi restano e il ritardo nei pagamenti diventa un macigno. Non si può chiedere dedizione assoluta senza garantire dignità».

La “questione” Lamezia
E Lamezia, in questo contesto, forse è esempio emblematico, un punto sensibile che ogni giorno assorbe tensioni, emergenze e criticità. «La pianta organica oggi risanata ci permette di lavorare meglio, è vero, ma mancano ancora molti sottufficiali. Chiediamo solo ciò che serve per fare bene il nostro lavoro, per continuare a proteggere le persone come facciamo da sempre». Nelle parole di Brugnano non manca riconoscenza verso chi, sul posto, guida con competenza e umanità. «Il Questore Linares è una figura eccezionale, capace di professionalità e ascolto. Meriterebbe di guidare la Polizia a livello nazionale». Ma il punto, ancora una volta, va oltre le singole persone: «Il centro deve rispondere, perché la sicurezza non è uno slogan, è una scelta che si sostiene con fatti concreti e con il riconoscimento del sacrificio quotidiano di chi indossa la divisa». (g.curcio@corrierecal.it)
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