Contrasto alla povertà, la sfida delle sfide per la Regione. Un quarto dei calabresi a rischio
I dati contenuti nel Piano degli interventi adottato di recente dalla Giunta. L’incidenza della povertà relativa è al 26%

CATANZARO Per la Regione è probabilmente la sfida delle sfide, quella davvero decisiva per il futuro della Calabria: la lotta alla povertà è stata assunta come una priorità dalla Giunta, che tra i primi atti dopo il so insediamento ha adottato il “Piano regionale degli interventi e dei servizi di contrasto alla povertà 2024–2026”, su proposta del presidente Roberto Occhiuto e dell’assessore al Welfare Pasqualina Straface. Il Piano traccia una “fotografia” della situazione dei servizi sociali in Calabria e indica le linee guida a cui devono attenersi tutti i soggetti – il pubblico ma anche volontariato – coinvolti nel contrasto alla povertà. Ma naturalmente non si può non partire dai dati, che disegnano una realtà, quella calabrese, ancora molto molto problematica.
La povertà relativa
Il Piano adottato dalla Giunta infatti esordisce specificando che «dal documento Noi Italia–in breve 2025 (Istat, 2025) emergono numerosi fattori strutturali che spiegano la persistenza di elevati livelli di povertà in Calabria, intrecciando aspetti economici, sociali e infrastrutturali. L’incidenza della povertà relativa, pari al 26,8% nel 2023, è la più alta in Italia e nettamente superiore a Puglia (22,3%) e Campania (21,2%), oltre che molto distante dai valori del Centro-Nord, come il Trentino-Alto Adige (4,9%), la Toscana (5,0%) e il Veneto (5,2). Oltre 380mila persone, pari al 20,7% della popolazione residente, vivono in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, una quota più che doppia rispetto alla media meridionale (9,8%) e dieci volte superiore ai valori del Nord-Est (1,6)». E ancora: «Anche la spesa sociale – si legge nel Piano – conferma un forte divario: la Calabria registra la quota più bassa in Italia per i servizi sociali comunali, con appena 38 euro per abitante, a fronte di una media nazionale di 150 e valori che superano i 600 euro in realtà come Bolzano».
Gli altri indicatori
Secondo quanto riporta il Piano della Regione «il mercato del lavoro presenta ulteriori fragilità: nel Mezzogiorno l’incidenza del lavoro a termine raggiunge il 20% e il tasso di disoccupazione complessivo si attesta all’11,9%, contro il 6,5% nazionale, con valori ancora più alti tra i giovani, la cui disoccupazione supera il 20% (Istat, 2025). Sul piano del capitale umano il quadro non è meno problematico: il 41,3% degli adulti possiede al massimo la licenza media, l’abbandono scolastico precoce rimane superiore alla media nazionale (12,4% contro 9,8%) e la quota di Neet raggiunge il 23,3%, più del doppio del Centro-Nord (10,7%). Anche i consumi elettrici pro capite si fermano a 2.679,7 kWh, tra i più bassi d’Italia e lontani dalla media europea di 5.194,5 kWh, segnalando così un tessuto produttivo debole e infrastrutture insufficienti. La dinamica della povertà relativa – si conclude – conferma questa condizione di fragilità: nel 2022 un calabrese su tre viveva in povertà relativa (30,0%), nel 2023 la quota scende al 26,8%, ma resta la più alta del Paese». (a. c.) (Segue)
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