Sanità a Vibo, sindaci fiduciosi e compatti verso il vertice in Regione. Scettiche le associazioni
Anticipato a mercoledì l’incontro con i vertici regionali. Ieri riunione tra i primi cittadini: «Si apre uno spiraglio». Le associazioni criticano le parole di Esposito

VIBO VALENTIA Si mostrano fiduciosi e compatti i sindaci vibonesi nella Conferenza svoltasi ieri al Comune di Vibo e propedeutica all’incontro che si svolgerà in Regione settimana prossima sulla crisi della sanità. Il vertice, che non si terrà più giovedì ma è stato anticipato a mercoledì 10, vedrà la partecipazione del subcommissario Ernesto Esposito, sulla scia della riunione avvenuta in Prefettura due giorni fa. Quest’ultimo un incontro «proficuo e di massima collaborazione», culminato in un’apertura da parte della Regione nel rivalutare gli interventi su Vibo, nonostante sia Esposito che Occhiuto abbiano sostenuto come già l’Asp vibonese sia tra le più finanziate pro-capite.
Il piano di riparto
Sul tavolo della discussione ci sarà sicuramente la rivisitazione del piano di riparto, come ha spiegato il presidente della Conferenza Salvatore Fortunato Giordano. La Regione ha già aperto al confronto e riconosciuto lo squilibrio con le altre province, motivo per cui si è decisi di passare dal criterio della spesa storica alla valutazione dei servizi e delle necessità di un territorio. «Si erano già resi conto di questo squilibrio nel momento in cui hanno deciso di approvare il Dca 302» spiega Giordano, aggiungendo che ora la sfida sarà trovare metodi per cercare di colmare il gap che si è creato nel corso degli anni. Anche di questo si discuterà nell’incontro di mercoledì, ma i sindaci si mostrano fiduciosi: «Il momento è critico, ma la riunione di mercoledì è un dato importante perché dimostra che si apre uno spiraglio per la sanità vibonese». Emerge, dunque, fiducia e un clima di collaborazione positiva con la Regione e con l’Asp, consolidatosi anche grazie al lavoro svolto dal prefetto Anna Aurora Colosimo.
I temi sul tavolo
Diverti i temi sul tavolo, oltre al piano di riparto: dall’approvazione – come richiesto dalla commissione stessa – dell’atto aziendale alla “redistribuzione” dei medici e all’assunzione di infermieri, passando per psichiatria nel capoluogo e i posti in ortopedia. Ma soprattutto la possibilità che venga istituito un “Dca Vibo” che raggruppi tutte le problematiche e consenta di accelerare le procedure. «Se, ad esempio, l’ospedale di Serra ha bisogno di più posti per riabilitazione, non può aspettare mesi ma c’è bisogno che si velocizzi l’iter vista la situazione complessa» ha detto il sindaco Enzo Romeo. In parte soddisfatti e fiduciosi anche gli altri sindaci presenti, che hanno però invitato a vigilare e monitorare che i passi in avanti per Vibo restino solo verbali.
Lo scetticismo delle associazioni
Più scettici i comitati e le associazioni. In una nota congiunta a firma dell’Osservatorio Città Attiva, del Comitato San Bruno, Costa degli Dei di Tropea, Artigianfamiglia di Pizzo e della Proloco di Vibo Marina si plaude all’iniziativa del prefetto e per l’apertura di un confronto, ma lamentano quanto emerso dallo stesso vertice. «Ci è stato detto in sostanza, che le briciole di cui usufruiamo per i servizi sanitari di Vibo Valentia sono il miglior trattamento possibile, che sbagliamo a lamentarci». Le associazioni criticano in particolare la versione di Vibo tra le più finanziate pro-capite e ribattono alle frasi di Occhiuto contro chi strumentalizza la sanità. «Chi prova le sofferenze causate dal malfunzionamento della rete ospedaliera e territoriale infatti, siamo in primis noi cittadini, le nostre famiglie, i nostri figli. Solo perché abbiamo subìto sulla nostra pelle le ingiustizie e i danni dei tagli lineari alla sanità, decisi a livello nazionale e regionale, e della privatizzazione strisciante della sanità stessa, riteniamo urgente e inevitabile scendere in piazza con forza e costanza». Anche Soccorso Capomolla, direttore del Centro Don Mottola, ribadisce la fragilità sanitaria di Vibo, che «non parte da dietro, ma parte dal fondo con punteggio Lea tra i più bassi d’Italia, meno posti letto e mobilità passiva elevata». Critico anche sulla redistribuzione delle risorse: «La Regione sostiene che Vibo sarebbe “tra le più finanziate”. Ma il Dca 181/2025 e i dati Istat 2023 dimostrano l’opposto. La quota pro-capite reale (pubblico + privato) colloca Vibo al centro della classifica, non certo in cima. La quota pro-capite pesata – utilizzata dalla Regione stessa considerando una serie di indicatori di perequazione – la colloca addirittura all’ultimo posto in Calabria. La media regionale pesata è 1.776,63 €. Vibo si ferma a 1.635,41 €. La differenza di 141,22 € moltiplicata per la popolazione pesata produce un buco di 25,6 milioni di euro nel riparto del fondo sanitario indistinto. È questa la cifra reale della penalizzazione». (ma.ru.)
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