Alecci all’attacco: «Malsana bulimia di potere del presidente Occhiuto e del centrodestra»
Il capogruppo del Pd alla Regione stigmatizza il mancato riconoscimento della presidenza della Vigilanza all’opposizione

CATANZARO «Quanto sta accadendo oggi in Calabria è scandaloso. Il presidente Occhiuto continua a portare avanti il suo mandato con un atteggiamento assolutamente discutibile, contrario ai principi della democrazia e della partecipazione. Dopo le imposizioni legate alla figura del consigliere supplente, all’aumento degli assessori e alla creazione di due nuovi posti di sottosegretario, anche la Presidenza della Commissione di Vigilanza, da prassi riconosciuta alla minoranza, in questa legislatura sarà mantenuta dalla maggioranza di centrodestra. Un atteggiamento che dimostra una malsana “bulimia” di potere che calpesta decenni di prassi istituzionali e che non trova riscontri nelle altre regioni, dove generalmente alla minoranza in Consiglio vengono assegnate non solo la Presidenza della Commissione di Vigilanza, ma anche altre Commissioni, nel rispetto di una dialettica politica che è alla base della nostra istituzione regionale». Lo afferma il capogruppo del Pd alla regione, Ernesto Alecci. «E’ necessario ricordare – prosegue Alecci – che la Commissione di Vigilanza svolge specifiche attività di studio e di controllo sugli atti di programmazione della Regione e delle aziende collegate, verificando anche l’efficacia della legislazione regionale in relazione agli obiettivi prefissati. Un ruolo importante che, a quanto pare, secondo il Presidente non può essere delegato (o meglio “concesso”) a chi non è allineato con la sua idea di governo. C’è, inoltre, una differenza da sottolineare con forza: il centrosinistra, quando ha governato, ha sempre rispettato la prassi democratica, affidando la presidenza della Commissione di Vigilanza alla minoranza. Lo ha fatto perché ha riconosciuto che quella commissione non è una poltrona, ma uno strumento di garanzia e trasparenza. Il centrodestra, invece, ha scelto la strada opposta: non lo ha fatto e continua a non farlo, trasformando un organo di controllo in un trofeo da spartire. Non parliamo di regole scritte, ma di regole di civiltà istituzionale che vengono calpestate per sete di poltrone e per una logica di spartizione delle prebende agli alleati elettorali. Come Gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale intendiamo denunciare con forza questa situazione che – conclude Alecci – rischia di annullare completamente qualunque possibilità di verifica e controllo sulle scelte e sulle decisioni del Governo regionale, eliminando la naturale dialettica politica. Ci auguriamo che nei giorni che ci separano dall’ufficialità delle nomine ci possa essere un ripensamento e che le cose possano cambiare in favore dei principi fondamentali della democrazia, della trasparenza, della partecipazione».
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