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Verso il Natale

Bergamotto e ‘nduja nei panettoni: ma i prezzi sono da gioielleria

In questo Natale 2025, il panettone – quello buono, artigianale, saporito – rischia di diventare un simbolo di ciò che non ci possiamo più permettere

Pubblicato il: 16/12/2025 – 17:02
di Lucia Serino
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Bergamotto e ‘nduja nei panettoni: ma i prezzi sono da gioielleria

Un tempo il panettone era uno, quello industriale e non si discuteva: Milano faceva il panettone, Verona il pandoro e noi, al Sud, ci accontentavamo delle scatole colorate in offerta al supermercato. Fine della storia. Poi è successo qualcosa. Prima sono arrivati i pionieri del lievito madre artigianale, poi è arrivata la cucina in tv, con chef armati di planetarie che hanno trasformato il panettone in una prova di abilità nazionale. Risultato: oggi il dolce natalizio non è più un’esclusiva lombarda. Anzi. Ogni regione ha il suo orgoglio, i suoi premi, le sue imperdibili classifiche (“Miglior panettone dell’anno”… decretato poi da chi? Mistero natalizio).
E i prezzi? Oggi sono da gioielleria. Si parte da 34 euro, si arriva tranquillamente a 44, e per alcuni anche a 50. In Calabria, inutile dirlo, abbiamo deciso di fare le cose a modo nostro: partire dai prodotti tipici, quelli che ci scorrono nelle vene. E così, accanto ai tradizionali mandorlati, ecco spuntare panettoni con clementine, liquirizia, birra. Ma il protagonista, lo sappiamo tutti, è lui: il panettone alla ‘nduja che arriva nella sua massima espressione nella proposta dello ‘Ndujattone, un panettone salato-dolce-piccante. E’ di gran tendenza. Anche io, la settima scorsa a Cosenza, sono stata ospite a cena a casa di una mia amica, che per antipasto ha sfornato fettine di panettone caldo con la scodellina di ’nduja accanto da spalmare. Perfetto per chi vuole iniziare il pranzo di Natale già sudando leggermente dalla fronte.
E poi c’è lui, il più elegante della compagnia: il panettone al bergamotto, più vai giù in fondo allo Stivale e più hai scelta. Lievitazione lenta, aroma inconfondibile, profumo pari all’eau de toilette dei pregiatissimi profumi Carpentieri di San Giorgio Morgeto (no adv). Un panettone che racconta la Calabria col suo agrume più prezioso, capace di fondersi con il burro e con gli altri ingredienti in un abbraccio aromatico che sa di Locride. Peccato che qualche fetta di questo sogno dolciario rischia di restare solo un miraggio. Secondo l’ultimo rapporto del Censis, negli ultimi quindici anni la ricchezza reale delle famiglie italiane è calata dell’8,5%. Nel frattempo, il potere d’acquisto dei salari – anche dopo qualche timido aumento – resta ben sotto i livelli pre-pandemia: i salari reali italiani sono oggi circa il 7,5% più bassi rispetto al 2021.
Il ceto medio “galleggia senza prospettiva”: più della metà ha il reddito fermo o in calo, e molti hanno già ridotto i consumi.  Così, in questo Natale 2025, il panettone – quello buono, artigianale, saporito – rischia di diventare un simbolo di ciò che non ci possiamo più permettere: non la cena elegante, non il viaggio a Londra, no – semplicemente: uno sfizio per pochi.
Una volta i panettoni si accumulavano in casa come souvenir: uno te lo regalava il collega, uno lo portava la suocera, uno la coppia di amici. Duravano fino a marzo, tra colazioni, merende e dopo cena. Ora guardiamo il prezzo e ci arrendiamo. E così torniamo al caro vecchio Bauli del profondo Nord.

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