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“a muso duro”

Catanzaro, lo sfogo social di Fiorita contro “gufi”, “ingrati” e «i topi che abbandonano la nave»

Il sindaco sembra mettersi alle spalle l’aplomb (“democristiano”) in un post molto polemico. E sulla “Servizi” in crisi chiama alla responsabilità tutte le forze politiche

Pubblicato il: 21/12/2025 – 15:00
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Catanzaro, lo sfogo social di Fiorita contro “gufi”, “ingrati” e «i topi che abbandonano la nave»

CATANZARO Contro gli “ingrati”, i “meschini”, i “gufi”, i “topi che abbandonano la nave”. L’ultimo sfogo social del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita nei suoi “Pensieri della domenica” forse segnala un cambio di registro nell’approccio alle persone e alle cose, con l’aplomb che stavolta cede il posto all’irritazione. Il tratto “democristiano” che critici e detrattori, ma anche suoi estimatori, hanno finora rimproverato a Fiorita contestandone un’eccessiva e soprattutto immotivata e improduttiva prudenza in questi anni stavolta scompare in un post nel quale il sindaco alza i toni “sbottando” contro amici evidentemente non più amici e contro chi denigra a prescindere salvo poi smentirsi da solo (categoria che a Catanzaro è molto affollata, francamente). Non fa nomi, Fiorita, cosa che, seppure comprensibile in ambito social, non è mai il massimo, soprattutto per un sindaco, ma tant’è.

«La gretta meschinità»

Nel mirino di Fiorita avversari politici ma non solo.  «A Natale, si dice, siamo tutti più buoni, o dovremmo esserlo. E invece, con enorme rammarico, devo prendere atto che qualcuno sotto Natale riesce ad essere ancora più cattivo di quello che normalmente è», esordisce su facebook Fiorita. «E questa volta non mi riferisco solo alla cattiveria da social (a cui non mi abituerò mai, ma che certo non mi sorprende più) ma a quella arroganza, quel malanimo, quelle falsità di persone che credevo essere amiche, magari anche da lunga data, e che ho scoperto invece sotto un’altra veste, quella in cui l’avidità, la presunzione e l’interesse personale la fanno da padrone. Considero sempre un onore impareggiabile essere il sindaco della mia città ma – prosegue Fiorita nei “Pensieri della domenica” – questa esperienza mi ha messo a contatto diretto con le miserie dell’umanità, con la piccola e gretta meschinità di alcune persone. Celine ne avrebbe scritto un grande libro».

“Patate e cipolle”

E poi, la citazione di un classico: «Penso che – aggiunge Fiorita – Salvatore da Camigliatello abbia descritto il catanzarese in una battuta meglio di come potrebbero farlo i più grandi sociologi europei in mille e mille pagine. Ve lo ricordate vero? “Aju cipuddri e voliti patati, aju patati e voliti cipuddri” …. Ho letto cose in questi giorni che mi lasciano stupefatto. Addirittura chi si lamentava per il decoro del quartiere marinaro oggi si lamenta perché asfaltiamo, potiamo gli alberi e laviamo il lungomare, chi ci attaccava perché eravamo fermi ora si rammarica perché ci sono troppi cantieri, chi diceva che Catanzaro non aveva niente ora urla che i grandi eventi non servono, chi ha invocato la prevenzione e la cura del territorio ci maledice perché mettiamo in sicurezza Viale dei Normanni, chi ha chiesto per anni l’illuminazione del Ponte ora scrive che i problemi sono altri e chissà quanto ci costa (7.000 euro all’anno se lo teniamo acceso tutte le sere), chi voleva il Capodanno Rai ora vuole un altro concerto in Piazza Prefettura. Incredibile! Ma non ci lasciamo assalire dallo scoramento, prima o poi riusciremo ad avere sia patate che cipolle…».

Il dilemma “Catanzaro Servizi”

C’è spazio poi anche per un messaggio più prettamente politico, legato alle preoccupanti problematiche della municipalizzata “Catanzaro Servizi”, sui cui incombono ombre sinistre tra operazioni molto opache di finanza creativa e il rischio di pesanti ricadute occupazionali: «Vivo con grande angoscia le difficoltà della nostra società partecipata, Catanzaro Servizi, e dei lavoratori che giustamente sono preoccupati per il loro futuro e per la mancata corresponsione di una parte dello stipendio di dicembre. E’ una crisi che – sostiene Fiorita – viene da molto lontano, una crisi che quegli stessi lavoratori e la città conoscono bene, ma che non siamo riusciti fin qui a risolvere. L’avvio della procedura negoziata che abbiamo deliberato nell’ultima assemblea dei soci (una sorta di stato di pre-crisi) ci concede un anno di tempo per elaborare un piano di risanamento. Ce la dobbiamo fare assolutamente e spero che potremo contare sul sostegno di tutte le forze politiche e di tutta la città in un percorso che non si presenta affatto semplice. E lungo questo percorso si “parrà la nobilitate” di ciascuno di noi. I topi che abbandonano la nave sono peggio degli sciacalli». (c. a.)

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