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il confronto in consiglio

Depositi costieri, Romeo esclude (per ora) «forzature» e spera nei fondi dal Ministero

Il sindaco: «Nessun atto di forza finché c’è la disponibilità dell’azienda». L’opposizione attacca: «Poco incisivi, è solo un’operazione di facciata»

Pubblicato il: 22/12/2025 – 16:40
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Depositi costieri, Romeo esclude (per ora) «forzature» e spera nei fondi dal Ministero

VIBO VALENTIA Si torna a parlare di depositi costieri anche in Consiglio comunale, dopo le settimane “intense” in vista di un possibile rinnovo dell’affidamento alla Meridionale Petroli per altri 20 anni. Venerdì si è tenuto il primo incontro a Gioia Tauro della Conferenza dei servizi, aprendo il dibattito attorno alla delocalizzazione o permanenza dei serbatoi della società petrolifera. Al vertice era però presente solo il Comune, mentre non si sono presentati gli altri istituti interessati. Un’assenza «che lascia stupiti» ha sottolineato dall’opposizione l’esponente di Forza Italia Carmen Corrado nel consiglio comunale odierno. Il sindaco Enzo Romeo, tuttavia, ha minimizzato: «Parecchi istituti erano assenti, ma rientra nella normalità, ci sono ancora 45 giorni».

Dal Comune nessuna forzatura

Il primo cittadino ha informato i consiglieri sull’incontro: «Come amministrazione abbiamo sottolineato la presenza di una delibera votata all’unanimità in cui chiediamo con forza questa delocalizzazione». Resta, però, una questione complessa, in cui si intrecciano interessi di privati, cittadini e lavoratori. Romeo, a tal proposito, ribadisce di voler lavorare «per la collettività. Ciò che viene in qualche modo ventilato dai privati ben venga, ma noi pensiamo innanzitutto al bene dei cittadini». Il riferimento è al progetto dell’imprenditore Franco Cascasi, che nelle ultime settimane ha chiesto azioni più incisive al Comune per la delocalizzazione. Ma il sindaco chiarisce: «Non faremo azioni di forza finché c’è la disponibilità dell’azienda a delocalizzare. Noi abbiamo rispetto per i lavoratori, per l’indotto e manterremo questa posizione di serietà e di democrazia. Ci interessa che i posti di lavoro vengano mantenuti, perché qui anche solo un posto di lavoro, anche una sola famiglia con stipendio, deve essere rispettato». Nessuna forzatura, dunque, da parte del Comune considerando l’apertura della Meridionale Petroli. Ma il discorso è anche economico: chi avrà l’onere dei costi per agevolare la delocalizzazione?
Sembra essere questa la preoccupazione della società, come fa intuire il sindaco, ma una soluzione potrebbe essere stata ventilata nell’incontro di qualche settimana fa al ministero, che potrebbe garantire fondi per agevolare i lavori: «Speriamo – ha detto il sindaco – che ci sia, non solo a parole ma anche nei fatti».

Le opposizioni attaccano

Un atteggiamento che, però, è stato definito dalle associazioni poco incisivo. Nel mirino sono finite soprattutto le osservazioni scritte dal Comune per la Conferenza dei servizi. «Non ho trovato nulla di concreto, nessun riferimento ad una norma, solo un grido accorato in cui si chiede la delocalizzazione. Mi sarei aspettata qualcosa di più incisivo e più tecnico. Si parla di delocalizzazione e di area Corap, ma non c’è nessun progetto, nessuna richiesta specifica, sembra il solito libro dei sogni» ha detto la consigliera Carmen Corrado. Più duro l’intervento di Giuseppe Cutrullà, esponente di Cuore Vibonese: «Dopo la volontà espressa dal Consiglio comunale all’unanimità non c’è stato nessun atto amministrativo». Cutrullà attacca sulle osservazioni: «Sono vergognose, inefficaci, elementari, non vengono affiancate da uno studio autorevole. Sembrano i pensierini di un bambino delle elementari». Cita poi il Psc, che prevede «all’articolo 27 del regolamento edilizio che quell’area è destinata ai depositi costieri. L’amministrazione avrebbe dovuto cambiare quella parte, ma non l’ha fatto. Finiamola con questa barzelletta dei depositi costieri se non c’è la volontà netta e chiara da parte dell’amministrazione. Non c’è stato nessun atto amministrativo, solo un’operazione di facciata». Il sindaco, in merito, ha risposto che «il Psc non è stato fatto da noi, ma l’avete approvato e dovevate modificarlo voi (riferendosi all’opposizione, ndr). Noi non possiamo perché ora quell’area rientra in una situazione nazionale gestita dal ministero e noi potremo incidere quando l’autorità inizierà a lavorare sul Prp. Sono convinto che ci ascolteranno e che ci sarà la possibilità di delocalizzare, magari con una concessione che permetta all’azienda di farlo in tempi stretti, senza scompensi e senza perdere posti di lavoro». (ma.ru.)

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