San Giovanni in Fiore, l’attacco di Oliverio: «Il Comune trasformato in un feudo di famiglia»
L’ex governatore in un incontro pubblico critica Succurro: «Restare in silenzio è vigliaccheria. Stanno raggirando la legge»

SAN GIOVANNI IN FIORE «Il Comune è stato trasformato in un feudo di famiglia. Restare in silenzio oggi è vigliaccheria». Così Mario Oliverio in un duro intervento in un incontro svoltosi a San Giovanni in Fiore, dove la nomina di Marco Ambrogio, marito dell’ex sindaca Rosaria Succurro, ad assessore comunale ha fatto scatenare le polemiche. L’ex governatore usa parole di fuoco e attacca a tutto tondo la neoconsigliera regionale, criticandone l’esperienza amministrativa e lanciando un appello all’unità per un nuovo progetto che «sia alternativo al malaffare e alla corruzione».
«Gestione familistica»
«A San Giovanni in Fiore stiamo vivendo un momento difficilissimo e inedito. Stanno succedendo cose mai successe né qui né in qualsiasi altro Comune della Calabria». Oliverio ricorda come «all’inizio invocavano rinnovamento, freschezza, innovazione. Il primo atto della Succurro è stato nominare il marito capo di gabinetto, cosa mai vista in Italia e anche in Europa. Tutto è stato concentrato nelle sue mani, è stata una gestione familistica.». Una situazione che sarebbe stata replicata anche in questi giorni: «Hanno trasformato il Comune in un feudo di famiglia. Non è normale che il sindaco nel momento in cui va via nomina il marito superassessore con molte deleghe. E dico nomina perché lei ha sostituito il vicesindaco poco prima di andarsene e il suo primo atto è stato nominare Ambrogio assessore pigliatutto. Perché non l’ha sostituito prima?» si chiede Oliverio. «Tra l’altro, mi dicono che lo avrebbe fatto con un atto illegale perché avrebbero messo un protocollo antecedente alla notifica di revoca che è stata fatta al vicesindaco precedente». Secondo l’ex governatore «c’è un raggiro sulla legge della decadenza: siccome io vado via devo nominare qualcuno che mi rappresenti direttamente e per farlo nomino un vicesindaco che mi garantisca questo che poi deve nominare mio marito. Io chiedo ai Sangiovannesi: come mai la preoccupazione di fare queste nomine? Quali sono le ragioni per cui il marito deve stare altri 6 mesi a fare la guardia al Comune?». Per Oliverio «è una sfida al senso comune sfacciata e prepotente» e si rivolge ai consiglieri di maggioranza: «Non si può avallare una cosa del genere, è una questione morale ed etica prima che politica. Restare in silenzio è vigliaccheria».
Le accuse di Oliverio
L’ex governatore traccia anche un bilancio negativo dell’esperienza amministrativa di Succurro, tornando anche sul tema della ciclovia “fantasma”: «Tutto è stato dato in mano al marito. Io sto aspettando che qualcuno, come le forze dell’ordine o la magistratura, mi chiamino, perché è stata una gestione familistica. Fino all’anno scorso c’era almeno qualche disegno di bicicletta sull’asfalto, ora neanche quello. Un’opera che è costata 1 milione e 200 mila euro, noi abbiamo richiesto l’accesso agli atti più volte e ci è stato negato. Ci sorge leggermente il sospetto che ci sarà un motivo se non ce le fanno vedere. Si tratta di un’opera che è stata gestita dal marito della Succurro. Si vada a vedere come sono stati gestiti i lavori pubblici, con affidamenti diretti al solito gruppo di imprese per interventi d’urgenza».
Anche il bilancio, appena approvato, secondo Oliverio nasconde «un buco molto consistente che peserà sulle famiglie e sui cittadini di San Giovanni. Ci sono debiti fuori bilancio per oltre un milione di euro, poi vengono citati 8,5 milioni di crediti di dubbia esigibilità che, vi dico, saranno altri 8 milioni di debiti fuori bilancio da aggiungere. Succurro quando si è insediata ha trovato un Comune sano e su questo c’è necessità che organi terzi come la Corte dei Conti faranno luce. Chi arriverà al Comune di certo non troverà una situazione facile». Per questo Oliverio, annunciando una grande manifestazione dopo capodanno, lancia un appello ai Sangiovannesi: «Non ci sono più giustificazioni, è l’ora di muoversi. Costruiremo un percorso di unità attorno a un progetto con un candidato che sceglieremo insieme. Un’unità delle forze sane, alternative al malaffare, alla corruzione, alla prepotenza e all’arroganza. È il momento di fare prevalere la dignità di San Giovanni in Fiore e l’interesse collettivo per cacciare i mercanti dal tempo». (redazione@corrierecal.it)
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