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l’intervista del corriere della calabria

Centro di neuroscienze in Calabria, Lenzi: «Il cervello è l’ultima grande frontiera della ricerca»

Il presidente del Cnr commenta il progetto Unical. «Tecnologie impensabili fino a pochi anni fa ci permettono di capire ciò che non conoscevamo»

Pubblicato il: 30/12/2025 – 18:28
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Centro di neuroscienze in Calabria, Lenzi: «Il cervello è l’ultima grande frontiera della ricerca»

Le manovre di bilancio, soprattutto in tempi di ristrettezze, sono assai complicate: il rigore dei vincoli si scontra frequentemente con quello che viene definito “assalto alla diligenza”, cioè il tentativo di strappare, qui e là, risorse da destinare ai territori. Fondi “buoni” per testimoniare un impegno, ma spesso poco “utili”. La cronistoria della Prima e della Seconda Repubblica è piena zeppa di scelte discutibili, di casi in cui, tra le pieghe del bilancio dello Stato, trovano spazio interventi di corto respiro, argomenti e materie che poco o nulla hanno a che fare con le funzioni proprie di una manovra finanziaria: governare il bilancio e tradurre in fatti concreti un’idea di futuro. Ogni legge di bilancio ha, da questo punto di vista, la sua possibile “esegesi”. In quella approvata in prima battuta dal Senato e ratificata oggi dalla Camera dei deputati è possibile rinvenire diversi finanziamenti destinati alla Calabria. Qualcuno di questi, distante dalla logica dei finanziamenti a pioggia, disegna proprio un’idea di futuro e di innovazione. È il caso dei 2 milioni di euro in due anni assegnati all’Università della Calabria, con la sempre più dinamica struttura di Arcavacata chiamata a realizzare un Centro per le neuroscienze avanzate.
Il finanziamento fa diretto riferimento – e ne rappresenta la concreta attuazione – alla convenzione firmata lo scorso 2 dicembre nella Sala Koch del Senato quando, su iniziativa del senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, in ricordo e memoria del figlio Francesco, l’Università della Calabria, il Consiglio nazionale delle ricerche e la Fondazione “Le idee di Chicco” hanno avviato il percorso verso la realizzazione di un avanzato presidio di ricerca.
Andrea Lenzi, professore emerito di Endocrinologia presso l’Università La Sapienza di Roma, autore di oltre mille pubblicazioni scientifiche e presidente del Consiglio nazionale delle ricerche dallo scorso luglio, sottolinea al Corriere della Calabria il valore, anche prospettico, del finanziamento: «La ricerca si fa, ma è evidente che occorrono risorse e finanziamenti. Con le difficoltà finanziarie nazionali che sono note, aver trovato tra le pieghe del bilancio dello Stato lo spazio per sostenere un centro di neuroscienze avanzate è particolarmente utile. Il percorso mette insieme diverse realtà: innanzitutto l’Università della Calabria, con un nuovo rettore che mi sembra particolarmente attivo; poi il Cnr, la cui storia e il cui contenuto non richiedono grandi spiegazioni; infine una fondazione con una radice umana anche profonda, perché legata alla vicenda familiare del senatore Occhiuto. Direi che si tratta di tre contributi e motivazioni che, messi insieme, possono portare a risultati significativi».
Lenzi tiene poi a sottolineare la determinazione e il coinvolgimento del Cnr nel Centro di ricerca: «Noi ci metteremo i nostri cervelli migliori, possibilmente anche calabresi, in modo da mantenere un forte legame territoriale. Il mio auspicio – prosegue Lenzi – è che si tratti di un ulteriore investimento fatto in un’università del Sud in crescita, con più soggetti protagonisti e su un tema, le neuroscienze, che rappresenta uno degli ambiti più innovativi che stiamo affrontando anche dal punto di vista biomedico». Da questo punto di vista il presidente del Cnr evidenzia la strategicità degli investimenti e della ricerca su un organo, il cervello, che è ancora poco conosciuto ed è distintivo: «Oggi conosciamo moltissimo di tutti gli altri organi del corpo umano; del cervello, che sotto certi aspetti è l’organo più importante, conosciamo invece relativamente poco. È, peraltro, un organo “originale”: gli altri li condividiamo con altri esseri viventi, soprattutto tra i mammiferi; il cervello – così come funziona il nostro – è del tutto originale. Oggi, mettendo insieme i sistemi di neuroimaging, cioè le valutazioni delle immagini del cervello realizzate con tecniche che fino a cinque anni fa erano impensabili, le attività metaboliche, ormonali e immunologiche, possiamo arrivare a conoscere aspetti che fino a poco tempo fa non potevamo nemmeno immaginare sul funzionamento del cervello e sui nuclei che si attivano nei vari momenti della nostra vita. Quindi – conclude Lenzi – affrontare la conoscenza prima e poi eventualmente la cura del cervello significa andare ancora di più verso una cura dell’essere umano in quanto essere vivente del tutto speciale». (redazione@corrierecal.it)

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