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Regione, Amministrative e all’orizzonte le Politiche. Le sfide dei partiti in Calabria

Il 2026 per il centrodestra e per il centrosinistra. Il ruolo da leader nazionale di Occhiuto, la corsa alla conquista di alcune grandi città

Pubblicato il: 31/12/2025 – 15:01
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Regione, Amministrative e all’orizzonte le Politiche. Le sfide dei partiti in Calabria

LAMEZIA TERME Un anno da vivere appassionatamente. Archiviato un 2025 di straordinaria ed eccezionale intensità, con il ritorno anticipato alle urne per le Regionali con la riconferma del centrodestra di Roberto Occhiuto al governo della Calabria – è stata la prima volta nella storia del nostro regionalismo che un presidente è stato rieletto – le coalizioni e i partiti si tuffano nel nuovo anno per sfide ad alta intensità anche in Calabria, in preparazione alle Politiche 2027. Per il centrodestra e per il centrosinistra un’agenda piena zeppa di impegni e di aspettative, con un occhio di riguardo soprattutto alle Amministrative in alcuni grandi centri della regione come Reggio Calabria e Crotone anzitutto, almeno in ordine cronologico. La “fotografia” al momento è quella scattata alle Regionali, che hanno decretato il trionfo del centrodestra e l’ennesima batosta per il centrosinistra

Centrodestra

A livello regionale l’esito del voto di ottobre ha già dimostrato che non c’è partita, francamente, in Calabria. Troppo “calda” la vittoria dell’attuale maggioranza per avvertire segnali di sfilacciamento, e infatti il centrodestra ha subito fatto la voce grossa, “ritoccando” lo Statuto con l’aumento del numero degli assessori e la reintroduzione dei sottosegretari e “forzando” la prassi istituzionali con il “bottino” pieno delle presidenze delle Commissioni. Una coalizione “schiacciasassi”, forte del consenso “bulgaro” delle Regionali ottenuto dal presidente Occhiuto e dal centrodestra, con Forza Italia nella parte del “leone”. In vista delle Politiche il centrodestra deve dunque capitalizzare al massimo questa supremazia, anche se, per i partiti che compongono la coalizione, il 2026 è anche un anno da decifrare con attenzione. La novità assoluta è il nuovo ruolo politico acquisito da Occhiuto all’interno di Forza Italia con la “benedizione” della famiglia Berlusconi: per quanto lo stesso Occhiuto getti acqua sul fuoco negando  d voler vita alla scalata alla leadership di Antonio Tajani, è un dato oggettivo il fatto di aver occupato uno spazio – quello liberale riformista – potenzialmente sterminato, secondo gli analisti. Si vedranno le evoluzioni di questo percorso (si dice che a febbraio l’iniziativa di Palazzo Grazioli sarà replicata ad Arcore, altro luogo dalla fortissima suggestione berlusconiana). Non resta che attendere. Intanto, a livello per così dire “domestico” per fine gennaio-inizio febbraio dovrebbe essere completata la fase di start della Giunta regionale con il riequilibrio dei rapporti tra alleati (in ingresso un assessore in quota Lega e un altro in quota Noi Moderati), poi ci sarà la sfida delle Amministrative, a Reggio e Crotone anzitutto, con il vento in poppa soprattutto a Reggio (qui la candidatura a sindaco è stata da mesi opzionata da Forza Italia con Francesco Cannizzaro, ma ancora manca l’ufficialità). Quanto ai partiti, in Calabria francamente il “primato” di Forza Italia sembra al momento inattaccabile, Fratelli d’Italia è chiamata al definitivo salto di qualità – perché qui i meloniani sono in crescita ma ancora non hanno “sfondato” – mentre la Lega (che potrebbe anche tenere i congressi territoriali se non interferiranno con le dinamiche elettorali) è chiamata a confermare un trend tutto sommato confortante in Calabra.

Il centrosinistra

Di converso, c’è un centrosinistra che ancora in Calabria è un “work in progress”, o meglio un cantiere apertissimo. La terza sconfitta consecutiva alle Regionali era nell’aria ma forse non nelle proporizioni in cui è maturata. Il campo largo” che si era coagulato accanto all’economista ed europarlamentare M5S Pasquale Tridico si è rivelato largo solo nei numeri delle sigle ma non nelle urne. Il “saluto” (scontato) al Consiglio regionale dello stesso Tridico – che ha optato per l’Europarlamento – oggettivamente riporta le lancette della coalizione di nuovo all’indietro, rimette in gioco il tema della leadership, che il centrosinistra in Calabria continua a non avere ormai da parecchi anni. Costruire l’alternativa al centrodestra si può ma sconta già un ritardo nella partenza. In Consiglio regionale c’è un’ala sicuramente battagliera, forse più della passata legislatura, ma come nella passata legislatura non c’è ancora la sincronia necessaria: lo dimostra qualche disallineamento tra i gruppi nelle votazioni e anche l’ultima vicenda legata alla presenza di Filomena Greco, di Casa Riformista, nella Commissione Sanità, contestata da alcuni partiti alleati per un potenziale “conflitto di interessi”. Il Pd con l’accorta guida di Nicola Irto resta una certezza, sul piano della “sostanza” politica, ma soffre sempre per il correntismo e le fibrillazioni sui territori, mentre il M5S da ormai sei anni è praticamente fermo al 6%. Per la coalizione le Amministrative rischiano di essere un’altra “Caporetto”, viste le macerie – in termini di rapporti interni – che a Reggio sembra aver lasciato l’esperienza Giuseppe Falcomatà: nella città dello Stretto il centrosinistra appare enormemente in ritardo rispetto al centrodestra (ed è circondata da un “sentiment” molto negativo), e a Crotone è ancora “non pervenuto”. In più, situazioni di particolare sofferenza e forti tensioni si vivono anche in città come Cosenza e Catanzaro, città nelle quali il voto è comunque vicino. Per il fronte progressista dunque la sfida rasenta la “mission impossibile”. Ma è anche vero che da qualche parte bisognerà pure iniziare… (a. cant.)

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