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Intercettazioni pagate con i soldi dei boss

I soldi dei boss serviranno per pagare le intercettazioni del bltitz “Infinito”. La Procura di Milano per l`inchiesta coordinata dal pm Ilda Boccassini, che il 13 luglio del 2010 ha portato in cell…

Pubblicato il: 07/11/2011 – 13:19
Intercettazioni pagate con i soldi dei boss

I soldi dei boss serviranno per pagare le intercettazioni del bltitz “Infinito”. La Procura di Milano per l`inchiesta coordinata dal pm Ilda Boccassini, che il 13 luglio del 2010 ha portato in cella oltre 300 persone tra boss e affiliati della `ndrangheta in Lombardia e in Calabria, ha dovuto affrontare una spesa di «3 milioni e 673 mila euro». Questa cifra soltanto per le intercettazioni telefoniche, che si sono rivelate fondamentali. Ma questa volta la spesa per lo strumento investigativo tanto contestato, non appesantirà le casse dello Stato, ma sarà pagata con i beni delle cosche. Infatti – come riportato sulle pagine di Repubblica di ieri, – con due distinti provvedimenti, la Procura ha ottenuto «il sequestro conservativo» di una cifra di poco inferiore: 3 milioni e mezzo di euro. Tutti beni riconducibili a ventinove presunti affiliati alla ‘ndrangheta, in gran parte ville e immobili su cui, tra l`altro, non pende alcun vincolo. Nel caso gli imputati dovessero essere condannati anche in primo grado, il sequestro potrà tramutarsi immediatamente in confisca e il ricavato della vendita entrare direttamente nelle casse dell`Erario. Alla Procura di Milano è bastato avvalersi di una recente sentenza della Cassazione in tema di «spese processuali a carico dell`imputato condannato». Così, due giorni fa, gli uomini del Gico della guardia di finanza di Milano, su ordine del gip Roberto Arnaldi e della ottava sezione penale (presidente Maria Luisa Balzarotti) hanno posto i sigilli su un villino dell`ex direttore sanitario di Pavia, Carlo Chiriaco (uno degli arrestati eccellenti) ma anche su altri immobili al Nord come a Mariano Comense e Cremella (Lecco), o direttamente stabili in Calabria (soprattutto a Oppido Mamertina e Grotteria). Proprietà riconducibili a persone oggi in carcere, che in moltissimi casi nell`ultimo 740 dichiaravano cifre di poco superiore ai duemila euro annui, ma che in realtà, per gli investigatori, altro non erano se non boss o portaordini della ‘ndrangheta che faceva affari al Nord.

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