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Delitto Lanzino, in aula i pentiti

COSENZA Dopo la deposizione di Franco Pino dello scorso 7 marzo, oggi è toccato a “Umilicchio”, Umile Arturi, ex boss della `ndrangheta e oggi collaboratore di giustizia, raccontare quello che le c…

Pubblicato il: 22/05/2012 – 20:20
Delitto Lanzino, in aula i pentiti

COSENZA Dopo la deposizione di Franco Pino dello scorso 7 marzo, oggi è toccato a “Umilicchio”, Umile Arturi, ex boss della `ndrangheta e oggi collaboratore di giustizia, raccontare quello che le cosche cosentine appresero del barbaro delitto della giovane studentessa di Rende, Roberta Lanzino, uccisa il 26 luglio del 1988 sulla strada di Falconara Albanese mentre si stava recando al mare.  L`udienza del processo, che si sta celebrando in Corte d`assise, nel tribunale di Cosenza, è iniziata con circa due ore di ritardo perché la difesa di Franco Sansone, accusato di aver ammazzato Roberta assieme a Luigi Carbone, (agricoltore di Cerisano scomparso nel novembre del 1989, ma del quale non è stato mai trovato il corpo), ha avanzato ai giudici il legittimo impedimento dell`imputato presentando un certificato medico in cui si attestava il ricovero in day hospital di Sansone nel reparto di Neurologia dell`Annunziata di Cosenza. La Corte, presieduta da Antonia Gallo (Vincenzo Lo Feudo giudice a latere), ha disposto un accertamento sospendendo l`udienza che è ripresa dopo circa due ore. È stato verificato che Franco Sansone è stato visitato ieri nel reparto di Neurologia dell`ospedale di Cosenza e dimesso subito dopo. Stessa cosa è avvenuta stamattina. Il giudice Antonia Gallo ha quindi reso noto «l`insussistenza dell`impedimento a prendere parte al processo così come stabilito dalla Direzione sanitaria dell`Annunziata». L`udienza è proseguita con l`interrogatorio di Umile Arturi, del collaboratore di giustizia, Pierluigi Berardi, e di Romeo Calvano, ristretto al 41 bis. I tre sono stati sentiti in videoconferenza. Arturi ha confermato quanto precedentemente detto da Pino ai giudici, e in particolare ha riferito l`incontro avuto con Belmonte (uno dei fermati subito dopo il delitto) al bar Lo Scoglio di San Lucido e ha ricordato che in quella circostanza è stato fatto il nome di Sansone. “Umilicchio” ha raccontato alla Corte che in quel periodo negli ambienti della criminalità organizzata cosentina l`assassinio di Roberta era definito «riprovevole» ed «efferato».
Romeo Calvano, rinchiuso al 41 bis, ha confermato di aver trascorso un periodo di detenzione nel carcere di Siano assieme a Franco Pino, ma non ha confermato di avergli parlato del delitto Lanzino. Lo scorso 7 marzo Franco Pino aveva detto ai giudici del tribunale di Cosenza: «Quando ci siamo trovati con Calvano al 41 bis, a Siano, lui mi spiegò che Carbone non meritava di essere vendicato perché aveva partecipato ad alcuni omicidi e anche a quello del cugino di Calvano». Oggi in videoconferenza Calvano ha confermato la comune detenzione. Il collaboratore di giustizia Berardi ha detto di aver conosciuto Alfredo Sansone (padre di Franco che assieme ai suoi figli è accusato di aver ucciso Luigi Carbone eliminato – secondo l’accusa,– perché temeva che volesse rivelare qualcosa sul delitto Lanzino) in carcere e di aver parlato dell`omicidio di Roberta, ma la sua impressione – ha detto Berardi – è che Sansone  volesse depistare. Il processo è stato aggiornato al prossimo 16 luglio quando saranno sentiti Giuseppe e Pasquale Frangella. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati  Enzo Belvedere, Armando Veneto, Sergio Calabrese, Ornella Nucci, Marina Pasqua e Elena Coccia sostituita dall`avvocato Anna Preite

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