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Pd, primo faccia a faccia dopo il rinvio del congresso

LAMEZIA TERME La preoccupazione dei vertici nazionali del Pd era che, dopo il congresso, le divisioni maturate e sfociate nelle cinque candidature sarebbero rimaste a dilaniare il fronte democratico…

Pubblicato il: 13/06/2012 – 20:54
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Pd, primo faccia a faccia dopo il rinvio del congresso

LAMEZIA TERME La preoccupazione dei vertici nazionali del Pd era che, dopo il congresso, le divisioni maturate e sfociate nelle cinque candidature sarebbero rimaste a dilaniare il fronte democratico. Al di là dell`unità perduta – la motivazione data dal commissario Alfredo D`Attore per spiegare la decisione di rinviare le primarie – i democrat romani avevano paura che ciascuno degli attori sarebbe rimasto, dopo il voto, arroccato sulle proprie posizioni. Lo ha spiegato Stefano Fassina a quel che era rimasto della platea, arrivata all`hotel Lamezia per discutere di lavoro assieme ai sindacati e finita (ma era inevitabile) a parlare (soprattutto) d`altro. Il primo faccia a faccia dopo la contestatissima decisione del commissario si è chiuso con le parole del responsabile del settore Economia e lavoro del partito: «Se un gruppo dirigente non è riconosciuto da tutti non ci fa fare passi in avanti». Fassina ha difeso l`operato di D`Attorre, con parole che sembrano apparentemente stonare con il tumultuoso clima interno: «Il Pd calabrese, attraverso il lavoro del commissario, ha messo in atto un percorso partecipato e qualificato di rinnovamento. Ma qui in Calabria i problemi sono seri e ci vuole tempo per risolverli. Bisogna fare bene e fare presto, ma è prioritario fare bene». Il punto è fare bene. Ecco, secondo il capogruppo in consiglio regionale, Sandro Principe, si è fatto male, anzi malissimo. Principe si è preso un applauso nel primo passaggio politico del suo intervento: «Non siamo d`accordo sulla tua decisione di rinviare il congresso». È iniziato così il seguito del siparietto che ha visto contrapposti consigliere e commissario. Con D`Attorre a chiarire: «Non voglio rottamare nessuno, l`ho detto chiaramente (in una intervista al Quotidiano della Calabria, ndr)». E Principe a spiegare: «Chi ha il consenso non si fa certo rottamare da te». Dal palco, l`ex socialista ha rincarato la dose: «Non dobbiamo confondere unità e unanimismo. Qui ci si confronta e poi pensate che la gente rimanga nelle casematte, nei fortini? Non avete il diritto di pensarla così. Alla fine del confronto si trova una sintesi, che è quella della piattaforma vincente, e si lavora tutti insieme. Il rinnovamento non è la cooptazione, che è la parola d`ordine in via Sant`Andrea delle Fratte. Noi vogliamo che le generazioni camminino insieme. Mi permetto di dirlo perché io non ambisco a nomine. Mi basta girare la Calabria ed essere riconosciuto anche dalle pietre, mentre molti vostri nominati (in Parlamento, ndr) non li conosce nessuno. Noi pensiamo a un Pd plurale, non verticale, che indichi padrini che hanno un rapporto diretto con Roma». E Fassina ha replicato anche a questo passaggio: «Non mi pare che si possano addebitare tutti i problemi del Pd calabrese ai livelli romani. Non è che prima dell`arrivo di D`Attorre la situazione fosse così rosea». E anche lui si è preso un applauso su questa notazione. Lo scollamento tra Roma e la Calabria è marcato, ma Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, invita comunque a guardare avanti: «È stato un errore rinviare il congresso. Svolgerlo avrebbe garantito un confronto, magari anche vivace, e avrebbe dato un gruppo dirigente a questo partito. Si può lavorare con responsabilità senza rinunciare alle proprie idee. Però adesso è importante non continuare a fare errori, facendo divampare un incendio che travolgerebbe tutto e tutti». E poi ha chiesto con forza che il partito si faccia promotore del cambio della legge elettorale, chiarendo che, tra due anni, la sua esperienza amministrativa finirà («ma non quella politica»).

«PRIMARIE PER I CANDIDATI»
Alfredo D`Attorre, oltre a spiegare le ragioni che lo hanno indotto a rinviare il congresso («si era perso lo spirito unitario sul quale tutti eravamo d`accordo all`inizio del percorso»), ha anticipato che i prossimi candidati al Parlamento saranno scelti («qualunque sia la legge elettorale») attraverso le primarie, «ma con un meccanismo che porti al voto soltanto i nostri elettori; non permetteremo che li scelga il centrodestra. I parlamentari non saranno scelti in una stanza romana. Faremo le primarie,  ma non per ratificare accordi più o meno clandestini». Un plauso alla proposta è arrivato dal deputato Franco Laratta: «Lo abbiamo sempre detto, scritto e sostenuto. Primarie vere, primarie libere, primarie per tutti: senza eccezioni per nessuno. Primarie per qualsiasi carica pubblica, primarie senza alcun limite. La Calabria ha pagato negli anni un prezzo troppo alto per i “prescelti” dall`alto».

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