Il big bang dei calabresi alla kermesse di Renzi
COSENZA Al bing bang di Matteo Renzi hanno contribuito, nel loro piccolo, anche due sindaci calabresi. Giuseppe Aieta e Giuseppe Rizzo, rispettivamente primi cittadini di Cetraro e Cerzeto, sono arri…

COSENZA Al bing bang di Matteo Renzi hanno contribuito, nel loro piccolo, anche due sindaci calabresi. Giuseppe Aieta e Giuseppe Rizzo, rispettivamente primi cittadini di Cetraro e Cerzeto, sono arrivati sabato nella sala rossa del Palacongressi di Firenze per dire «basta all`isolamento» che avvolge gli amministratori locali. Spiega Aieta: «Renzi? È un sindaco che decide di uscire dal perimetro urbano perché sa bene che solo i sindaci che vivono ogni giorno l’ambulatorio quotidiano dei cittadini conoscono». Socialista da tre generazioni («ma non aderisco al Pd»), assessore all`Ambiente alla Provincia di Cosenza, vuole «costruire una coalizione vincente». La sua immagine simbolo? «Il porto turistico di Cetraro, iniziato nel 1952, e inaugurato nel 2009. Ora ospita 600 barche e ci frutta 700mila euro l’anno». Da Rizzo è arrivato un appello al rinnovamento della classe dirigente «troppo spesso imbrigliata in questioni che interessano davvero poco i cittadini».
Dal palco, invece, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha lanciato un messaggio a Bersani: «Noi non usciremo dalla dinamica della vecchia politica, se non uscendo da qui e dicendo non candidiamo un io ma candidiamo un noi. Se ci saranno primarie, se saranno aperte e libere e se uno di noi ci sarà, come credo, se avremo perso noi dal giorno dopo saremo al fianco di chi le avrà vinte». Per poi continuare: «Mi dicono: ma tu piaci a quelli di centrodestra? Pescare tra quelli di là è l`unica condizione per non riperdere le elezioni. Piacere all`altra parte politica non è un delitto». Facendo poi partire la canzone dei Righeira: «L`estate sta finendo, il loro mandato no: c`è gente come D`Alema, Veltroni, Rosy (Bindi, ndr), Marini: avete fatto molto per il Paese, per l`Italia, per il partito. Adesso anche basta», ha detto Renzi, riferendosi alle loro legislature in Parlamento, mentre lo Statuto del Pd consente «al massimo tre mandati».