LAMEZIA TERME Con una lettera al premier Monti e al sottosegretario Catricalà, il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico chiede un impegno per evitare la chiusura dei tre tribunali calabresi e dei due uffici giudiziari ricompresi nel piano di dismissione a cui sta lavorando il governo nell`ambito della spending review. «Le notizie sul rischio chiusura di alcuni Tribunali in Calabria – afferma Talarico – creano allarme e preoccupazione, per le conseguenze che potrebbero derivarne in un territorio in cui istituzioni e società civile sono impegnati in una lotta dura e difficile contro ogni forma di illegalità e particolarmente contro la presenza radicata della criminalità organizzata. La Calabria si trova in una situazione storica delicata in cui è necessario che lo Stato sia sempre più presente nella regione e il senso dello Stato prevalga nei sentimenti e nel cuore di tutti i calabresi. Stiamo lavorando, producendo ogni sforzo utile, tutti insieme, cittadini e istituzioni, per accorciare le distanze storiche che esistono nel Paese e per riaffermare i principi della democrazia in territori dove c’è bisogno di fortificare la presenza dello Stato e non di indebolirla». Allo stato rischierebbero la chiusura le sedi di Castrovillari, Rossano e Lamezia Terme. «I tagli alle spesa, nel delicato capitolo della Sanità, con la chiusura di ospedali – prosegue il presidente del consiglio regionale calabrese -, ci stanno imponendo già sacrifici enormi che mettono in pericolo le prestazioni e il diritto dei cittadini a essere curati. I tagli nel settore della Giustizia sono, adesso, fonte di ulteriore preoccupazione e auspichiamo che si eviti, alla Calabria, di pagare un alto tributo, con soppressioni e ridimensionamenti di strutture giudiziarie, attraverso automatismi che non tengono conto di realtà difficili sul piano dell’ordine pubblico e della esigenza di contrasto alle associazioni mafiose che mettono in pericolo il vivere civile e lo svolgimento della vita democratica. In questo senso, signor Presidente, sentendomi portatore non di un’istanza genericamente localistica, ma di una percezione di vero e proprio allarme sociale difficile da tenere sotto il controllo delle istituzioni, Le rivolgo un appello perché si evitino tagli alle sedi giudiziarie calabresi». Anche la Cgil si mobilita sull`argomento. «Il 6 luglio – si legge in una nota – la Fp Cgil calabrese, così come in tutta Italia, si mobilita per rivendicare la difesa totale e senza eccezioni del mantenimento dei Tribunali, delle Procure e delle sezioni distaccate degli Uffici giudiziari calabresi, presidi di legalità fondamentali. Assemblee, sit-in, volantinaggi dei lavoratori della Giustizia per esprimere e condividere con le altre organizzazioni sindacali con i rappresentanti della società civile, con gli ordini professionali e con tutti i cittadini la preoccupazione e l’allarme che una scelta poco oculata e disattenta del Consiglio dei ministri potrebbe generare in Calabria». «Se il governo – afferma invece la senatrice Dorina Bianchi – mantiene ferma la volontà di chiudere ben 69 uffici giudiziari al Sud sarà tra i più efficaci incentivi resi alla criminalità organizzata dallo Stato per incrementare la propria capillare presenza sul territorio e produrre livelli sempre maggiori di fatturato ad oggi, secondo alcune stime, rappresentato da circa 140 miliardi di euro». Il decreto di attuazione della delega sulla revisione geografica giudiziaria – continua la senatrice Bianchi – comporta, infatti, la soppressione di 37 Uffici Giudiziari in Sicilia, 5 in Calabria, 13 in Campania e 14 in Puglia. «I tribunali nel Mezzogiorno d’Italia – prosegue la pidiellina – costituiscono dei presidi di legalità indispensabili al fine di fronteggiare il fenomeno della criminalità organizzata e la loro presenza deve essere garantita in modo da assicurare ai cittadini il principio di diritto di prossimità della giustizia. E’ necessario intraprendere una battaglia in difesa di quei principi di giustizia e legalità che rischiano di essere annullati. A questo scopo ho presentato una mozione affinché il Governo, in Calabria e nelle altre Regioni ad elevata densitá criminale e mafiosa, mantenga aperti tutti gli uffici giudiziari evitando di commettere un grave errore politico e istituzionale che farebbe aumentare il senso di sfiducia verso le Istituzioni tutte, favorire i lucri illeciti dei sodalizi criminali e mettere in ginocchio il sistema imprenditoriale». «Chiudere anche uno solo dei tribunali presenti in Calabria sarebbe un segnale devastante per i cittadini onesti e un grandissimo regalo alla ndrangheta». Lo scrivono in una nota i deputati del Pdl Galati, Santelli, Foti, Golfo, Traversa e Dima. «La stessa Commissione antimafia – proseguono – ha espressamente chiesto una deroga affinché gli apparati della Giustizia in Calabria restino presenti e forti. E` una decisione molto importante, e deve essere il consiglio dei ministri nel suo complesso, non solo il ministro Severino, a intervenire per scongiurare l`ipotesi di un ridimensionamento delle strutture giudiziarie nella regione. Il nostro è un appello che non può rimanere inascoltato».
«Proporre la chiusura da parte del ministro Severino di alcuni tribunali in Calabria rappresenta la più grande sconfitta dello Stato negli ultimi decenni, in un territorio che ogni giorno lotta, con i suoi cittadini, per affermare la legalità». Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti. «Non si puo` attribuire – aggiunge – al mancato accordo dei capigruppo della Commissione Giustizia il taglio prospettato. Chi ha il compito di governare deve assumersi le proprie responsabilità, e fino in fondo. Faccio appello alla grande sensibilità del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinchè, con questa scelta scellerata, non si dia un segnale che tenda a rafforzare il crimine organizzato sul nostro territorio». «Il cittadino calabrese – conclude Scopelliti – non solo non capirebbe, ma certamente interpreterebbe questo come un segnale di resa da parte dello Stato».
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