Le reazioni al decreto sulla spending review, con la soppressione di quattro sedi giudiziarie in Calabria, non arrivano solo dal fronte politico ma anche da quello istituzionale. Per protestare contro i contenuti della riforma, che il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha definito «epocale», il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, ha convocato per lunedì 9 luglio una seduta straordinaria dell’assemblea di palazzo Campanella. Il massimo rappresentante dell’assise regionale, in relazione alla chiusura degli uffici giudiziari di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano, parla di una decisione «insensata e irresponsabile. Si tratta di una vera e propria fuga dello Stato da territori già soffocati da fenomeni pericolosissimi di criminalità organizzata che limitano da tempo le libertà democratiche dei cittadini. Servirebbe un’intensificazione dell’azione delle istituzioni – continua Talarico – sostenendo il lavoro che spesso in solitudine svolgono magistrati e forze dell’ordine impegnate sul campo, e invece si risponde con tagli irragionevoli che comporteranno, come naturale conseguenza, una forte deflagrazione sociale indebolendo la già difficile azione di lotta alla mafia».
Talarico indica come «insopprimibili» le sedi giudiziarie ormai tagliate. Poi annuncia la convocazione d’urgenza (fissata, come detto, per il 9 luglio con inizio alle 10 del mattino) di una riunione del consesso regionale «che sarà aperto alle istituzioni locali e agli ordini professionali interessati. Sarà tutta la Calabria, nelle sue componenti istituzionali, sociali e civili, ad alzare la voce contro una decisione ingiusta, burocratica e insensibile di fronte alle insidie pericolose della criminalità organizzata».
AVVOCATI SUL TETTO
A Lamezia Terme un gruppo di avvocati è salito sul tetto del palazzo di giustizia per protestare contro la decisione del governo. Sulla cima dell`edificio è stato attaccato uno striscione che recita: «Giù le mani dal tribunale». Circa cinquanta persone, per la maggior parte esponenti del foro lametino, mantengono il presidio davanti al palazzo di giustizia. Non si registrano particolari momenti di tensione, a controllare sono comunque presenti gli agenti del commissariato di Lamezia Terme.
LA PREOCCUPAZIONE DI CHITI
Preoccupazione viene espressa anche dal vicepresidente del Senato, Vannino Chiti: «A Lamezia Terme, si sono verificati molti attentati ad opera della criminalità organizzata, come quelli compiuti contro la comunità di don Giacomo Panizza. Anche Libera e diverse associazioni antiracket hanno denunciato una situazione di allarme sul piano della sicurezza in quel territorio. Mi auguro che in sede di verifica delle diverse situazioni, pur mantenendo fermo l`obiettivo di razionalizzazione, si possano rivedere le decisioni per casi come quello di Lamezia».
LO MORO: «DECISIONI IRRAGIONEVOLI E RAGIONIERISTICHE»
Per la deputata del Pd Doris Lo Moro, «un provvedimento che prevede la soppressione di quattro tribunali in uno stesso distretto non è accettabile, in una regione in cui lo Stato è latitante, e procure e tribunali andrebbero rafforzati. Se si contestasse che il mio giudizio è interessato, lo dico subito: sono fortemente interessata ad uno Stato che cominci a porsi sul serio i problemi del Mezzogiorno che si affrontano garantendo legalità, sicurezza e giustizia e non tagliando rami che, se sono secchi, lo sono in maniera colpevole. Faccio politica proprio per questo».
«So bene che si lavorerà in commissione per migliorare il decreto che, così com`è, è scriteriato, in parte per errori della delega, in parte per errori nell`attuazione che una maggiore ponderazione avrebbe dovuto evitare. Ma non sono disposta ad un`attesa fiduciosa», ha aggiunto la deputata, che non ha risparmiato delle bacchettate al suo partito, dal quale dice di «pretendere risposte immediate e adeguate». Perché «Il Pd che ha votato contro quella delega non può accettare attuazioni irragionevoli e ragionieristiche».
D`IPPOLITO: «SOSTENIBILE RICHIESTA DI MANTENERE GLI UFFICI DI LAMEZIA»
Non dispera di poter ancora scongiurare la chiusura degli uffici giudiziari di Lamezia Terme la deputata dell`Udc Ida D`Ippolito: «Il Tribunale rimane un punto fermo dell`impegno politico personale e dell`Udc che ci vedrà riproporre in commissione Giustizia le ragioni che rendono sostenibile la richiesta di mantenerlo in vita, con la fiducia che il risultato sarà raggiunto. In questo senso, le parole del ministro, che si dichiara aperta a discutere con il Parlamento i criteri e aggiungere qualche tassello a quelli già individuati dal governo, esprimono un`apertura e un segnale incoraggiante».
IL SINDACO SPERANZA: «NON MI ARRENDO»
Anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, crede nella possibilità di evitare la cancellazione della sede giudiziaria: «Io non mi arrendo. Questo è il momento della lotta e dell`iniziativa. La proposta di decreto del governo è profondamente sbagliata. Bisogna utilizzare tutti i margini che ci sono, anche nel testo del decreto, affinché nei passaggi successivi su Lamezia si decida positivamente. Già nelle settimane passate – aggiunge Speranza – ho scritto alle commissioni parlamentari di Camera e Senato che dovranno dare un parere sul testo del governo per essere ascoltati come comunità di Lamezia. Riproporrò con forza questa richiesta insieme ai parlamentari».
CHIAPPETTA: «EVIDENTE PARADOSSO»
«Sulla questione dei tribunali si completa un quadro affatto confortante; la Calabria è regione in stato di emergenza, qui si consuma quotidianamente una guerra storica tra Stato ed antistato e – fuor di metafora – conta certamente avere accampamenti ben organizzati e di dimensioni notevoli ma in una guerra – perché di questo si tratta – sono utili, essenziali ed insostituibili anche gli avamposti», commenta il capogruppo del Pdl a palazzo Campanella, Gianpaolo Chiappetta. «Vere e proprie trincee dove si consuma la parte più difficile del lavoro; vero è che il lavoro delle Direzioni distrettuali antimafia è fondamentale, massiccio e strategico ma che efficacia avrebbe tutto questo lavoro senza la conoscenza del territorio, la lettura delle dinamiche criminali, la fisica presenza delle Procure ordinarie? Chiudere quattro tribunali in Calabria – conclude Chiappetta – è un evidente paradosso».
D`ATTORRE: «MODIFICARE IL DECRETO SULLA BASE DI PARAMETRI OGGETTIVI»
«Il decreto del governo desta una fortissima preoccupazione. Per ragioni che dovranno essere chiarite non si è tenuto conto della specificità della situazione calabrese», sostiene il commissario del Pd calabrese, Alfredo D`Attorre. «Questo limite – aggiunge – deve assolutamente essere corretto in sede di conversione parlamentare del decreto, individuando, sulla base di criteri e di parametri assolutamente oggettivi, le sedi giudiziarie per le quali la decisione deve essere rivista».
«PRESIDI DI LEGALITA` INTOCCABILI»
«I tribunali di Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano sono presidi di legalità intoccabili e il ministro, che in tal senso aveva assicurato un`attenzione alla situazione calabrese, bene avrebbe fatto a vagliare con scrupolo le nostre proposte e a non procedere con questo taglio lineare che sembra il figlio avvelenato della stagione tremontiana», sostengono i parlamentari del Pd Nicodemo Oliverio e Franco Laratta. Da parte sua, la deputata Maria Grazia Laganà Fortugno paventa il rischio di «ridurre la presenza dello Stato in un territorio che ha un enorme bisogno di sentirne quotidianamente e con forza l’esistenza. È indispensabile che in commissione vengano individuati dei parametri oggettivi, che salvaguardino i Tribunali delle città in cui è più pervasiva e radicata la presenza della criminalità organizzata e, in particolare, della ‘ndrangheta».
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