Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:12
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

La riforma dell`Afor non passa

REGGIO CALABRIA Dopo una giornata di passione, dal consiglio regionale della Calabria vien fuori questo verdetto: la riforma dell’Afor non s’ha da fare. Bocciata. Il testo del provvedimento proposta…

Pubblicato il: 24/09/2012 – 22:09
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La riforma dell`Afor non passa

REGGIO CALABRIA Dopo una giornata di passione, dal consiglio regionale della Calabria vien fuori questo verdetto: la riforma dell’Afor non s’ha da fare. Bocciata. Il testo del provvedimento proposta  dall’assessore regionale Michele Trematerra ha raccolto solo i 29 voti della maggioranza di centrodestra. Un numero insufficiente perché per l’approvazione del progetto di legge statutaria era necessario ottenere la maggioranza dei due terzi dell’assemblea, pari a 33 voti favorevoli. Assente dall’Aula il gruppo del Pd. Tra i consiglieri d’opposizione hanno partecipato alla votazione (e votato contro la riforma) solo Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico (Idv), Ferdinando Aiello e Rosario Mirabelli (Progetto democratico). Anche in questo caso, insomma, le opposizioni dimostrano di non avere una posizione unitaria.
Astensione «fisiologica», invece, da parte di Aurelio Chizzoniti, da poco subentrato in Consiglio al posto del consigliere Pri Antonio Rappoccio, arrestato per corruzione elettorale aggravata, peculato e truffa. Subito dopo aver incassato la bocciatura della riforma, Trematerra ha chiesto e ottenuto di stralciare l’ordine del giorno per la riforma dell’Arssa.
Ricevuta la notizia della mancata approvazione del provvedimento, i lavoratori accampati fuori dal palazzo hanno esultato per quella che ritengono una vittoria, dopo una giornata di duri scontri con le forze di polizia.

LA REAZIONE DI SCOPELLITI Dura la reazione del governatore Scopelliti, che accusa senza mezzi termini l’opposizione di aver fatto saltare l’approvazione della riforma. «Hanno avuto paura di votare – ha attaccato -, la riforma non passa ma noi abbiamo fatto tutti i tentativi possibili. Nessuno venga più a dirci che servono le riforme. Faremo da soli quelle per cui serve la maggioranza semplice». Non è finita, perché Scopelliti rincara la dose: «Hanno rinunciato all’idea di una forestazione in grado di affrontare le grandi sfide. Danno sempre lezioni, e poi vanno sempre via. Così diventa difficile chiedere una collaborazione per il futuro». Il governatore non nasconde il rammarico per la bocciatura di una riforma all’insegna di un confronto tra le forze politiche che «non ha eguali». Poi rivela un certo imbarazzo al pensiero di presentarsi «a Roma in questo stato». In più, l’annuncio di un ferreo proposito, quello di dare «mandato per verificare se ci sono gli estremi per presentare la documentazione sull’Afor alla Corte dei conti, perché chi ha fatto il buco deve assumersi le sue responsabilità». «Noi – ha aggiunto – non possiamo più fronteggiare i 700 milioni di euro di disavanzo che ci hanno lasciato». Scopelliti li elenca tutti: 254 milioni di euro della sanità; 200 nei trasporti; «il capolavoro nell’urbanistica fatto da Michelangelo Tripodi». Infine, i 150 milioni dell’Afor, per la quale «avevamo presentato una proposta innovativa che garantiva continuità al lavoratore».
Per il presidente della giunta regionale, il rifiuto della riforma è dovuto alla «Cgil che è contraria, mentre gli sono rimasti in attesa, nella consapevolezza che sposare il progetto significava perdere iscritti, proprio a favore della Cgil. Questi sono i motivi che hanno determinato tutto questo». Infine, Scopelliti ribadisce: «Non abbiamo intenzione di mandare a casa nessuno, desideravamo solo una forestazione produttiva. I consiglieri del centrosinistra hanno fatto una scelta scellerata: si sono accodati ai sindacati e non alla prospettiva di far crescere la Calabria. Noi invece eravamo presenti e abbiamo votato sì».
Prima di lui, era stato Michele Trematerra a stigmatizzare la decisione di sindacati e minoranza: «Noi ci assumiamo le responsabilità davanti ai calabresi. Io non andrò a chiedere altri a soldi a Roma col cappello in mano».

Argomenti
Categorie collegate

x

x