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Processo "Meta", quella telefonata tra Tino Scopelliti e Crucitti

REGGIO CALABRIA Il processo “Meta” riprende con la deposizione del capitano Gerardo Lardieri, l’ufficiale dell’Arma che ha contribuito alla stesura dell’informativa del Ros alla base dell’inchiesta c…

Pubblicato il: 28/09/2012 – 14:19
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Processo "Meta", quella telefonata tra Tino Scopelliti e Crucitti

REGGIO CALABRIA Il processo “Meta” riprende con la deposizione del capitano Gerardo Lardieri, l’ufficiale dell’Arma che ha contribuito alla stesura dell’informativa del Ros alla base dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo. Un’indagine che ha permesso di catturare il superboss Pasquale Condello detto “Il Supremo” e che ha portato all’arresto dei maggiori esponenti dei clan di ‘ndrangheta reggini.
Nel corso del suo interrogatorio, incalzato dalle domande del pm Lombardo, Lardieri ha fornito una lunga serie di riscontri alle dichiarazioni rese nelle udienze precedenti dal pentito Nino Fiume e dall’ex comandante del Ros Valerio Giardina, di cui l’ufficiale era stato il più stretto collaboratore ai tempi dell’indagine. In particolare, Lardieri ha riferito di alcune attività investigative effettuate nel 2009.
Tra queste, ha ricordato il contatto telefonico tra Pasquale Crucitti, al tempo dirigente del Comune di Reggio alla Programmazione e progettazione, e Consolato Scopelliti, detto Tino, il fratello dell’attuale governatore della Calabria ed ex sindaco della città dello Stretto. Un dialogo particolarmente sospetto, questo, anche alla luce dei successivi riscontri operati dal Ros, che il 16 febbraio 2009 captano un’altra telefonata tra l’imprenditore Domenico Barbieri e Franco Labate, nella quale i due discutono di presunti appalti pilotati da Crucitti e Scopelliti a favore della società Edilmar di Santo Marcianò.

IL VERTICE DI ROSALÌ
Al centro della deposizione di Lardieri, anche il riferimento a un summit di ‘ndrangheta del 13 gennaio 2007, ospitato in una villa di Rosalì nella disponibilità di Antonino Cotroneo. «Tra gli ospiti c’erano alcuni tra i maggiori esponenti della ‘ndrangheta», ha detto l’ufficiale. Una circostanza confermata da una telefonata tra lo stesso Domenico Barbieri e Domenico Cotroneo, nella quale si fa anche riferimento agli assetti criminali nella fascia pre-aspromontana reggina.

I LAMPADA E POLIMENI
Durante l’interrogatorio di questa mattina, Lardieri ha anche ripercorso i rapporti esistenti tra i fratelli Francesco e Giulio Lampada (considerati il braccio economico della famiglia Condello in Lombardia) e alcune persone, tra cui Gianluca Favara, Antonino Cotroneo e Giacinto Polimeni. Quest’ultimo – ha riferito Lardieri – gestiva società per l’installazione di slot machine per conto dei Lampada, «inoltre informava Giulio e Francesco di quanto avveniva a Reggio in loro assenza».

IL CRIMINE
Subito dopo, Lardieri ha risposto alle domande degli avvocati difensori. Sollecitato dal legale Francesco Calabrese, l’ex ufficiale del Ros, arrivato a Reggio nel settembre 2001, ha ribadito l’esistenza della carica di “Crimine” all’interno dei cartelli criminali della ‘ndrangheta. «Questa figura – ha detto – emerge in tutte le attività d’indagine e si riferisce alle cariche apicali dell’organizzazione».

LE IDENTITÀ ACCERTATE
Gli avvocati difensori hanno cercato di saperne di più circa i riscontri effettuati dal Ros durante l’indagine che ha dato vita al maxiprocesso alle cosche reggine. Lardieri a questo punto ha sottolineato l’attendibilità degli accertamenti effettuati, affermando che «le identificazioni dei soggetti coinvolti sono certe, non c’è stata alcuna forzatura».

LA PROSSIMA UDIENZA
Il presidente del Tribunale, Silvana Grasso, ha fissato la prossima udienza del processo per il 5 ottobre. Il sostituto procuratore Giuseppe Lombardo ha già annunciato la decisione di far deporre un altro collaboratore di giustizia.

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