Ivan Tripodi (Pdci): «Grave l`aggressione verbale ad Alessia Candito»
REGGIO CALABRIA «La gravissima e inaudita aggressione verbale, tipicamente squadrista e fascista, subita da Alessia Candito, vicedirettrice del giornale on line Il Dispaccio, da parte di Oreste Romeo…

REGGIO CALABRIA «La gravissima e inaudita aggressione verbale, tipicamente squadrista e fascista, subita da Alessia Candito, vicedirettrice del giornale on line Il Dispaccio, da parte di Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista “Scopelliti Presidente”, evidenzia l’enorme nervosismo e la palese intolleranza che caratterizza il centrodestra reggino che sta vivendo tragicamente gli ultimi giorni prima del crollo dell’impero caratterizzato dal nefasto “modello-Reggio”». Lo afferma, in una nota, il segretario del Pdci di Reggio Calabria, Ivan Tripodi.
«Pertanto – aggiunge –, in primo luogo, intendiamo esprimere, anche a nome del partito dei Comunisti italiani, profonda e incondizionata solidarietà alla dottoressa Candito per la vile e indecente intimidazione verbale cui è stata fatta oggetto. Alessio Candito ha avuto la “colpa” di volere semplicemente fare il suo mestiere di giornalista e, quindi, di volere porre delle domande. Soltanto questo ha scatenato una violenta e riprovevole aggressione da parte di Oreste Romeo. Quest’ultimo episodio, – che segue di qualche giorno la pseudo conferenza stampa del sindaco Arena, in quanto si è trattato di un noiosissimo monologo caratterizzato dall’assoluto divieto per i giornalisti di porre domande e, quindi, fare il loro mestiere, – pone, pubblicamente, una seria emergenza democratica nella nostra città. Vi è un tentativo, ormai acclarato, di imbavagliare, addirittura anche con la violenza, la libera stampa e gli organi di informazione. Assistiamo a precisi comportamenti che oltrepassano pericolosamente il limite invalicabile del rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione, poiché vi è un chiaro attentato alla democrazia e un sovvertimento dell’articolo 21 della Carta costituzionale».
«Si tratta – afferma ancora Tripodi – di un turpe disegno che sottolinea la totale insofferenza che alberga nelle menti di personaggi, ormai unanimemente invisi dai reggini, che, preventivamente, reagiscono rabbiosamente contro eventuali legittime critiche del vergognoso sistema di potere che, nell’ultimo decennio, ha raso al suolo Reggio Calabria. Insomma, gratta gratta, escono fuori i fascisti e gli intolleranti che, anche sotto mentite spoglie e impeccabili gessati, sono sempre stati, poiché non cambieranno mai. Quanto accaduto non ha termini di paragone e necessita una reazione di tutti coloro i quali credono negli altissimi valori della democrazia. Invitiamo, infine, la dottoressa Candito e la sua testata a proseguire, con maggior vigore, nel prezioso lavoro di informare liberamente i reggini e i calabresi».