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Il caso Sarlo e l`amico di famiglia

Concorso in abuso d`ufficio, è questa l`ipotesi di reato formulata dai pm Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio  a carico del governatore Giuseppe Scopelliti, della sua vice Antonella Stasi e dell…

Pubblicato il: 05/01/2013 – 14:14
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Il caso Sarlo e l`amico di famiglia

Concorso in abuso d`ufficio, è questa l`ipotesi di reato formulata dai pm Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio  a carico del governatore Giuseppe Scopelliti, della sua vice Antonella Stasi e dell`assessore al Personale Domenico Tallini. Al centro dell`inchiesta la nomina a direttore generale esterno del dipartimento Controlli di Alessandra Sarlo ex commissario dell`Asp e moglie del magistrato Vincenzo Giglio, il giudice indagato dalla Dda milanese per aver fornito notizie riservate al consigliere regionale Franco Morelli. L`attuale dg, secondo le conclusioni degli inquirenti, non avrebbe avuto i requisiti per quell`incarico. Nell`avviso di conclusione delle indagini i magistrati spiegano che Scopelliti, «amico personale della famiglia Sarlo», la Stasi «concorrente morale» del governatore e l`assessore Tallini «al fine di attribuire alla dottoressa Alessandra Sarlo la dirigenza generale del dipartimento Controlli della Regione Calabria, con delibera 381 dell`11 agosto 2011, alla luce dei curricula depositati, attestavano apoditticamente e, dunque, falsamente che nessuno dei candidati, dirigenti interni alla Regione, possedesse una “esperienza sufficiente in proporzione alla complessità” dell`incarico». In questo modo avrebbero tratto in errore la giunta che l`1 settembre del 2011 nominò la Sarlo a capo del dipartimento Controlli. La Sarlo, però, annotano i pm, avrebbe avuto un «curriculum sicuramente non superiore in riferimento alla specificità dell`incarico rispetto ai dirigenti interni alla Regione dichiarati non idonei». I tre politici indagati sarebbero responsabili anche della violazione ed elusione dell`articolo 19 comma 1 bis del decreto legislativo 165 del 2001 che recita: «L`amministrazione rende conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta».
Tre le parti offese individuate dalla Procura: la Regione e i due dirigenti esclusi Luigi Bulotta e Giovanna Melania Grasso. Il caso, inoltre, verrà discusso il prossimo 11 gennaio dal Tar di Catanzaro. Nel ricorso presentato da due funzionari esclusi si sottolinea come «non è dato comprendersi su quali basi valutative la dottoressa Alessandra Sarlo sia stata ritenuta meritevole di selezione a discapito delle altre professionalità “esterne” candidate all’incarico. Né è dato comprendersi quali esperienze, qualità, capacità e precedenti attività direttive e di controllo abbia maturato a discapito dei dirigenti “interni” ritenuti inidonei per il delicato e complesso incarico».  
L`indagine era finita sui giornali il 6 giugno scorso quando venne notificato un avviso di garanzia all`assessore Tallini e alla dirigente del dipartimento Personale, Rosalia Marasco. Secondo quanto riportato nel provvedimento notificato all`epoca  l`assessore e la dirigente avrebbero attestato falsamente che la Sarlo da curriculum «possedeva l`esperienza sufficiente in proporzione alla complessità dell`incarico». Poche settimane dopo Tallini venne ascoltato in Procura. In quell`interrogatorio l`assessore sostenne che quella nomina venne decisa «collegialmente». Sul registro degli indagati è così finita l`intera giunta regionale. Ora, invece, la loro posizione sarebbe stata stralciata per essere successivamente archiviata. Identica sorte sarebbe toccata anche alla dirigente Marasco.

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