CASSANO ALLO IONIO Le abbondanti piogge di questi giorni hanno provocato l`esondazione del fiume Crati, nel Cosentino, al confine tra Cassano Ionio e Corigliano, provocando l`allagamento degli scavi archeologici di Sibari in cui si trovano reperti risalenti al 400 a.C. Si tratta di scavi che, oltre a portare alla luce reperti riferibili alle tre città sovrapposte, Sybaris, Thurii e Copia, hanno restituito testimonianze rilevanti per la conoscenza dell`assetto urbanistico e dell`organizzazione socio-politica ed economica della colonia latina di Copia.
Il sindaco di Cassano, Giovanni Papasso, ha subito allertato chi di dovere per salvare l’importante sito archeologico. Nella stessa mattinata odierna, infatti, ha inviato un fax urgente al presidente del Consiglio Monti e ai ministri dei Beni Culturali e delle Infrastrutture, al presidente della giunta regionale e a quello della Provincia di Cosenza e infine al prefetto, con il quale ha registrato il serio rischio che il Museo della Sibaritide venga allagato, poiché il Canale degli Stombi non garantisce il normale deflusso delle acque. «I danni al momento non sono calcolabili – ha spiegato il sindaco Papasso – ma sicuramente sono ingentissimi. Chiedo pertanto autorevoli immediati interventi per superare lo stato di emergenza tuttora in atto. È opportuna la messa in sicurezza dell’area, per proteggere il grande patrimonio-storico-archeologico-culturale che appartiene all’umanità intera. Chiediamo aiuto a tutti quanti possono intervenire per salvare la storia di Sibari, quanto sta accadendo a Sibari in queste ore è di una gravità eccezionale. Abbiamo bisogno – ha concluso il primo cittadino cassanese – di interventi urgenti e concreti per evitare che definitivamente l’immenso patrimonio archeologico di valore inestimabile, custodito nel parco archeologico sibarita possa subire danni irreparabili. Se ciò dovesse accadere sarebbe una vera e propria sciagura per l’intera umanità».
La Provincia di Cosenza intanto segue «con particolare attenzione la situazione creatasi nell’area del parco archeologico di Sibari, allagato in seguito all’esondazione del fiume Crati». Mentre è attiva una unità di intervento coordinata dal dirigente del settore Protezione Civile Francesco Basta, nella giornata si sono stabiliti contatti tra il presidente Mario Oliverio, il prefetto Cannizzaro e il sindaco Papasso.
«Il sito archeologico di Sibari – afferma Oliverio – è un bene di inestimabile valore e bisogna assumere tutte le misure necessarie per evitare che venga danneggiato irreparabilmente. Anche questa vicenda induce ad una riflessione in relazione alla necessità di ordinare una volta per tutte le funzioni e di definire le responsabilità ed i compiti in materia di difesa del suolo e di sistemazione idraulica. Non è più tollerabile una situazione caratterizzata da confusione, sovrapposizione di funzioni e scarico di responsabilità». Lo stesso Oliverio ha inviato un telegramma indirizzato al presidente della giunta regionale, alla Protezione Civile, all’Autorità di Bacino. Questa la chiusa del testo: «Il Museo Nazionale della Sibaritide è a grave rischio. Sono necessari interventi urgenti per far fronte ai danni verificatisi e per evitare aggravamento situazione. Sono richieste decisioni adeguate e destinazione risorse per consentire interventi e far fronte grave situazione».
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