LAMEZIA TERME «Incomprensibile il ritardo nell`applicazione del decreto per la razionalizzazione della rete nefrodialitica calabrese». Pasquale Scarmozzino, rappresentante regionale Aned (Associazione nazionale emodializzati) stigmatizza l`atteggiamento della Regione che non ha ancora reso effettivo il decreto del presidente della giunta regionale numero 170 del 9 ottobre 2012, il cui obiettivo riguarda l`integrazione regionale e una maggiore reazionalizzazione dei servizi di emodialisi. Il provvedimento assunto dal governatore Scopelliti – sottolinea Scarmozzino – «è stato pensato, anche con la collaborazione della nostra presidente nazionale, Annamaria Bernasconi, per ottimizzare la gestione delle risorse e adeguarle ai nuovi crescenti e continui bisogni. Infatti i dializzati e i costi dei servizi da prestare crescono in modo esponenziale, in Calabria come in Italia: 50mila pazienti al costo complessivo superiore a 2 miliardi di euro». Per questo, secondo il rappresentante Aned, in Calabria «è urgentissimo avviare l`ottimizzazione» dell`intero sistema. Oltre alla mancata applicazione del decreto, a giudizio di Scarmozzino, sono necessari anche altri chiarimenti su alcuni «punti ombrosi» come «il partenariato/outsourcing e, per area Calabria centro, il numero e la valenza territoriale dei posti letto di degenza e di dialisi al Mater Domini, oltre alla formazione universitaria con stipula atti di convenzione in strutture hub della Regione».
«Ancora più incomprensibile – continua – è quanto va affermando ripetutamente e pubblicamente il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute (Antonino Orlando, ndr)» relativamente alla volontà «di non voler riconoscere il decreto 170». Una decisione che, per Scarmozzino, «impone una riflessione seria in una Regione che ha bisogno di ben altro che sottostare agli umori di un dirigente e al mancato rispetto delle regole. L’ Aned per tutto questo chiede un incontro urgente al presidente della giunta regionale nonché commissario ad acta per la sanità calabrese, Peppe Scopelliti, per sapere se i Dpgr (decreti del presidente, ndr) sono da ritenersi efficaci e quindi operativi o invece da ritenersi nulli, alla luce di quanto dichiarato pubblicamente dal dirigente generale del dipartimento Tutela della salute».
Nel frattempo va scongiurato il rischio «della perdita di autonomia della nefrologia in regime di ricovero. I processi sanitari in nefrologia – dalla insufficienza renale cronica alla dialisi e poi trapianto – sono interdipendenti. Essi inducono, per questo, un elevato fabbisogno di relazione tra le strutture di offerta che erogano servizi nelle diverse fasi della malattia del paziente e richiamano la centralità della figura del medico nefrologo».
«Il nostro auspicio – aggiunge il membro del comitato regionale Aned – è di avere, subito, un`integrazione che affidi la gestione a direttori autorevoli qualificati e impegnati costantemente sul territorio e contemporaneamente porti al rafforzamento, e non all’indebolimento della stessa rete calabrese di nefrologia e dialisi. Infine, ribadiamo la nostra netta contrarietà al paventato partenariato/outsourcing, ritenendo che nel campo dei servizi di diagnosi e cura da parte di enti pubblici, esso abbia senso solo per garantire efficienza e appropriatezza a strutture pubbliche, allorché quest’ultime non siano in grado di assicurarle. In Italia e anche in Calabria, il settore dialisi della sanità pubblica vanta risultati clinici di assoluta eccellenza, costi contenuti e tasso di mortalità dei dializzati tra i più bassi al mondo». (0040)
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