LAMEZIA TERME Una latitanza da vero boss, tanto da potersi permettere di viaggiare su una Mercedes con autista e auto staffetta che controllava ogni suo spostamento. Non aveva voluto neanche rinunciare all`abitudine di un buon panino in un noto locale alle porte di Lamezia Terme. È proprio qui che gli agenti della Squadra mobile hanno stretto le manette ai polsi di Daniele Scalise, 28 anni, latitante da oltre un anno. Ritenuto contiguo alla criminalità organizzata lametina e proprietario di una ditta di movimento terra, Scalise deve scontare circa due anni di carcere per due episodi di estorsione avvenuti nei territori di Soveria Mannelli, Decollatura e Serrastretta. L`arresto è scattato anche per i due fiancheggiatori: il suo “autista” Davide Adamo, incensurato, e Angelo Rotella già noto alle forze dell`ordine e cugino del latitante.
Gli investigatori della Squadra mobile, guidati da Rodolfo Ruperti, sono riusciti a ricostruire la rete che consentiva a Scalise di muoversi indisturbato. Hanno così scoperto che il latitante poteva contare su una staffetta fissa che precedeva ogni spostamento del ventottenne. Conoscendo le abitudini dell`uomo, gli agenti della Mobile per giorni hanno tenuto sotto osservazione il chiosco di panini di località Lenza. Oggi intorno alle 12 hanno dapprima visto arrivare la macchina staffetta guidata dal cugino e poco dopo hanno riconosciuto Scalise a bordo di una Mercedes. I tre uomini sono stati subito fermati. Addosso il latitante aveva un documento di identità falsificato. In tasca gli è stata trovata una fotografia di Giovanni Vescio ucciso il 19 gennaio insieme a Francesco Iannazzo a Decollatura. Il bar teatro del duplice omicidio è di proprietà del fratello di Scalise.
L`arresto di oggi, ha sottolineato il questore Guido Marino, è un risultato importante ed è la dimostrazione della costante attenzione degli inquirenti sul territorio lametino. A margine della conferenza stampa il questore Marino e il capo della Mobile Ruperti hanno ricordato il prefetto Antonio Manganelli scomparso quest`oggi. «Ho avuto l`onore di conoscere Manganelli – ha detto Marino – durante la mia esperienza in Sicilia. Oggi il mio ricordo non è formale, ma è rivolto ad un uomo che ha dato molto per le istituzioni e per la polizia». Ruperti, che prima di Catanzaro è stato dirigente della squadra mobile di Caserta, ha evidenziato: «Ho avuto il privilegio di conoscere personalmente Manganelli e oggi il nostro stato d`animo è di profondo dolore per la scomparsa di un uomo che tanto ha dato alle istituzioni». (0080)
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