I "turbamenti" del Consiglio per le domande sui fondi ai gruppi
REGGIO CALABRIA Una legge troppo permissiva, rimborsi facili e rendiconti troppo vaghi. Nei bilanci dei gruppi consiliari la fanno da padrone le “altre spese”, quelle invisibili ai cittadini. E pure…

REGGIO CALABRIA Una legge troppo permissiva, rimborsi facili e rendiconti troppo vaghi. Nei bilanci dei gruppi consiliari la fanno da padrone le “altre spese”, quelle invisibili ai cittadini. E pure alla Commissione di vigilanza del consiglio regionale, presieduta da Aurelio Chizzoniti, che della battaglia per la trasparenza ha fatto una questione di fondo della propria attività.
I sei minuti (potete vederli qui) dedicati dalla squadra di Report (e firmati da Antonino Monteleone) ai fondi destinati ai gruppi politici che siedono nel parlamentino partono da qui. E risalgono fino all`ufficio di un paio tra funzionari e dirigenti di Palazzo Campanella. La prima intervista “rubata” è molto esplicita: «La cosa assurda è che la legge dice che loro (i gruppi, ndr) con quel finanziamento possono fare quello che vogliono, cioè non danno dei limiti. Se ne sono accorti dopo». Poi tocca al dirigente dell`ufficio Ragioneria, Danilo Luigi Latella. Che allarga le braccia sconsolato: «Basta solo che si dica che la somma è stata spesa». E poi non c`è nessun controllo, a meno che non intervenga la magistratura, come è successo nelle ultime settimane. Sembra un passo avanti verso la spiegazione di un meccanismo importantissimo, fino a quando non arriva una telefonata. E il dirigente si irrigidisce e chiede al giornalista: «Chi l`ha fatta entrare?». Da chi sarà arrivato l`ordine di sospendere le chiacchierate con la troupe della Gabanelli? Lo spiega una nota – pubblicata dal Corriere della Calabria il 22 marzo 2013, giorno del consiglio regionale “turbato” dalla presenza di Report – firmata dal segretario generale del Consiglio, Nicola Lopez, in cui si denuncia il fatto che «una troupe televisiva» si sarebbe «introdotta abusivamente» con l’obiettivo di «raccogliere informazioni e/o interviste» e che pertanto si diffidano tutti i funzionari dal rilasciare dichiarazioni su un tema «oggetto di indagini».
Quel giorno era in corso una riunione del consiglio regionale, e gli uffici dell`Astronave sono pubblici. O, almeno, così dovrebbe essere. Bastano poche parole pronunciate dallo stesso Lopez per provare che, forse, non è così: «Lei non deve disturbare i lavori dell`aula – dice a Monteleone –, qui è nostro ospite e deve stare alle regole che noi abbiamo». «E quali sono le regole?», chiede il giornalista. Risposta: «Le regole le detto io, se no la butto fuori». Si sa che l`atmosfera a Reggio Calabria è familiare, nel senso che Lopez tratta le stanze del consiglio come se si trovasse a casa propria e non in un ufficio pubblico.
La chiusura è dedicata a un imbarazzatissimo Francesco Talarico, che cerca di spiegare come mai il consiglio ha deciso di cambiare la norma del 2002 che consentiva ai gruppi di non spiegare praticamente nulla del modo in cui spendevano i soldi pubblici. Difficile, perché nel 2002 anche lui aveva votato a favore – come tutti – di quella legge così poco trasparente. (0020)