Esportare il “modello Genova” a tutto il sistema portuale nazionale per arrivare ad una riforma complessiva della portualità italiana: questa la convinzione della Filt-Cgil, che oggi ha scelto proprio il capoluogo ligure per presentare il suo documento nazionale di riforma.
Si base su due proposte di fondo: allargamento delle competenze delle autorità portuali a tutta la catena logistica, e quindi anche a retroporti e interporti; maggiori garanzie ai soggetti che operano nei porti attraverso operazioni di defiscalizzazione. «Abbiamo scelto Genova – ha spiegato il coordinatore nazionale portualità della Filt-Cgil, Massimo Ercolani – perché è la città che meglio può rappresentare la situazione nazionale. La legge 84/94 è ormai inadeguata. Bisogna riallineare i porti italiani alle esigenze della portualità di oggi, che è per sua stessa natura sempre più globale».
Secondo la Filt-Cgil, la riforma deve rafforzare il ruolo delle Autorità portualità anche per quanto riguarda la promozione e la qualificazione del lavoro lungo tutta la filiera della logistica. (0010)
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