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"Alba di Scilla 3", colpo ai Nasone-Gaietti: 7 arresti

SCILLA Nuovo colpo alla cosca Nasone-Gaietti di Scilla. Alle prime luci dell’alba, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confr…

Pubblicato il: 02/07/2013 – 9:05
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"Alba di Scilla 3", colpo ai Nasone-Gaietti: 7 arresti

SCILLA Nuovo colpo alla cosca Nasone-Gaietti di Scilla. Alle prime luci dell’alba, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso in tentata estorsione e concorso in intestazione fittizia di beni. In manette sono finiti Francesco Nasone (classe 72), Rocco Gaietti (`64), Matteo Gaietti (`69), Angelo Carina (`67), Antonino Calabrese (`80), Carmelo Calabrese (`72) e Rocco Delorenzo (`82). Le investigazioni – avviate nel giugno del 2011 a seguito dell’arresto per estorsione di Giuseppe Fulco – rientra in una più ampia manovra investigativa coordinata dalla Dda reggina nei confronti della cosca, che ha già portato all’arresto di 19 persone e al sequestro di beni per un ammontare complessivo di oltre 15 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di confermare «l’esistenza a Scilla di un’associazione mafiosa denominata cosca Nasone-Gaietti costituita e organizzata al fine di assumere il controllo sul territorio del comune di Scilla delle attività economiche, degli appalti pubblici e privati a mezzo estorsioni, intimidazioni sugli imprenditori, avvalendosi per dette finalità della forza e dell’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento che ne deriva».
Solo qualche giorno fa, il pm Rosario Ferracane, titolare del fascicolo, ha invocato condanne pesantissime e senza alcuna attenuante per i 19 imputati coinvolti nel procedimento con rito abbreviato, scaturito dalle prime operazioni contro i Nasone-Gaietti, per la Dda responsabili del sistema di estorsioni, taglieggiamenti, ricatti e minacce cui le cosche avevano sottoposto le ditte impegnate nei lavori sul quinto macrolotto dell’A3, quanto l’abitato di Scilla.
A far partire le indagini hanno portato alla sbarra la colonna vertebrale della storica cosca, la denuncia di un imprenditore siciliano, vincitore dell`appalto per l`ammodernamento di un piccolo lotto della statale 18. La segnalazione dell`uomo, che ha immediatamente riferito alle autorità il tentativo di estorsione subìto, ha innescato le indagini che hanno condotto gli inquirenti a svelare il sistema di taglieggiamento sistematico imposto dal clan.
Un’indagine condotta – hanno denunciato nel corso delle indagini gli inquirenti – in splendida solitudine. Nonostante lotto per lotto, metro per metro, le `ndrine si siano spartite l`autostrada, con buona pace dell`esercito mandato a presidiare i cantieri, piccoli e grandi imprenditori – nella migliore delle ipotesi – hanno preferito e preferiscono il silenzio alla denuncia delle estorsioni subìte. (0040)

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