Quando Papa Francesco parla, l’entusiasmo è alle stelle. Anche (e non solo) perché è di “facile lettura” rispetto al suo predecessore, Benedetto sedicesimo. Lo comprendi subito, dal suo primo “buonasera” subito dopo la sua elezione al soglio di Pietro, fino al “cari giovani, non fatevi rubare la speranza”! Molto suggestivo! Ha ragione –manco a dirsi-Papa Francesco, la speranza- almeno quella- non può, non deve essere rubata. Gli è che ci sono regioni, province, comuni, luoghi delle Terra- come la Calabria – nei quali la speranza “Ultima dea” non c’è più, o quasi. Solo quella cristiana,per chi è cattolico. Quella civile, invece, non basata sulla fede,non ci può essere, visto che diventa impossibile finanche “essere giovani”. Oggi, purtroppo, è così. In Calabria, la crisi si sente più che altrove, senza che all’orizzonte si intraveda la luce. I disoccupati e gli inoccupati raggiungono cifre da capogiro. Una volta si diceva che era sufficiente “il pezzo di carta” per essere avvantaggiati nella ricerca di un posto di lavoro. Adesso,e non da oggi, se non hai una specializzazione che possa darti l’occasione di essere scelto, sarai costretto a fischiare alla luna.”Un lasciapassare verso il nulla”, il titolo di studio. Dei trecentosettantamila laureati senza un lavoro, residenti in Italia, quasi centomila vivono al Sud. Una volta, soprattutto in Calabria, c’era la supplenza nelle scuole . Uno due mesi all’anno, si faceva punteggio, si faceva scuola privata: oggi non è più così. Prima di salire in cattedra, c’è una trafila da compiere che scoraggia anche il più determinato. È stato appena aggiunto dal governo-che-ha-deluso-fortemente-i-cittadini-speranzosi- l’obbligo di procedere ad un Tfa, un tirocinio formativo attivo. Mah! E poi si dice che in Calabria, anche quanto a istruzione e abbandono scolastico, la situazione è allarmante!
Ed allora per seguire Papa Francesco “giovani, non fatevi rubare la speranza” devi procedere con l’arte dell’arrangiamento. Metti da parte il titolo di studio ed inventati un lavoro, altro che “choosy”! Non puoi dare corso all’estro dell’improvvisazione, ma devi seguire i giornali che un tempo erano i più venduti in Calabria, come “Concorsi”, “Il Posto”, “ Cercalavoro”. E fare domande, scrivere, seguire le indicazioni degli annunci. E sperare, sperare, sperare!
Da qualche giorno è venuto fuori, con grande sorpresa di molti, uno studio dell’Unioncamere che fa retrocedere di posto le categorie degli idraulici e dei falegnami, in favore di addetti alle pulizie, giardinieri e, a sorpresa, “take-away (ogni tanto non si ha voglia di cucinare e, non potendo avvicinarsi ai ristoranti sempre più cari, si ordina un piatto caldo o una pizza a questa categoria di lavoratori il “porta via”!)
È strano, anche perché mesi fa, ho vissuto un’esperienza che non va in questa direzione. A Milano, avevo necessità di un idraulico e di un falegname per il 30 mq. in fitto di mia figlia. Riesco ad avere un numero di telefono di un idraulico. Trascorso qualche giorno viene un distinto signore. Si presenta e dice:”eccomi”: Scusi?” Sono l’idraulico”! Non l’avrei mai detto: elegantissimo, ben curato e, per di più, con accanto un assistente. Gli spiego il problema, guarda, tocca, misura, fa prendere appunti al collaboratore, mi dice il costo (un salasso! Ma, prendere o lasciare!) e mi dà appuntamento per la settimana successiva, il chirurgo del tubo! La spesa era di duecento cinquanta euro. Tutto ok, direte. Nient’affatto. Mia figlia lo sta ancora aspettando. Non è mai venuto. Perché? Una spiegazione mi è stata data dal vicino di casa:” sa, quello lì, non ha mai tempo, ha tanto di quel lavoro!” E siccome il mio non era a grandi cifre, mi ha messo in coda alla lista. Il falegname, invece, era a sotto casa, pur tenendo conto delle distanze milanesi. Dopo avermi rinviato più volte, una mattina lo convinco. Viene con me. Avevo bisogno di sistemare un armadio. Con la cifra che mi ha chiesto, il chirurgo della sega, l’avrei comprato nuovo!
Anche in Calabria è così. È forse vero che numericamente non sono molti questi artigiani di lusso. Il costo, però, è quasi uguale. Ed il lavoro lo trovano. Vedremo se ci sarà spazio -pulizie a parte, materia delle extracomunitarie- per i giardinieri ed i take away!
E quindi? Al posto fisso (dov’è?) nessuno vuole rinunciare perché dà maggiore sicurezza e non pone problemi di futuro, col posto libero non si riesce ad avere successo, sia che si tratti di professione liberale (avvocato,ingegnere, per esempio) o di mestiere di lusso: il dato è che la disoccupazione non fa che ingrossare le fila, senza che all’orizzonte si intraveda una soluzione politico-tecnica, se non le parole di sempre. Oggi più di ieri.
Dicevo della specializzazione. A parere di Antonio Ricciardi, ordinario di economia aziendale e direttore della scuola di alta formazione dell’Università di Napoli un contributo, in favore dei giovani al Sud, può venire da scuole post laurea di alta formazione d’eccellenza, per offrire didattica e ricerca sempre più all’avanguardia. Ricciardi ha scritto che chi esce dalla scuola napoletana ha tassi di placement prossimi al cento per cento. Insomma, la scommessa si vince sempre e solo sul piano culturale. Occorre stringere i denti, aver fiducia e … non farsi rubare la speranza! ”Verrà un giorno”, diceva padre Cristoforo. C’è sempre il giorno dopo la notte e la quiete dopo la tempesta.
* Giornalista
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