«Furchì è il classico calabrese scaltro»

TORINO «Il tipico calabrese scaltro spinto da forti interessi personali»: è il ritratto di Francesco Furchì, l`uomo processato con l`accusa di avere sparato al consigliere comunale Alberto Musy. A tracciarlo è stato l`economista Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo economico, collaboratore di Musy, riportando, con l`espressione «scaltro», parole pronunciate dal padre, l`imprenditore Alessandro.   «Durante la campagna elettorale – ha spiegato – Musy non era convinto di Furchì (che voleva essere candidato, ndr). Chiese a mio padre di incontrarlo e mio padre ne restò deluso. L`impressione era che fosse spinto dall`interesse, mentre la lista di Alberto era composta da persone animate dall`impegno civico». Quanto alla scaltrezza, Firpo ha spiegato di essere andato spesso in vacanza con la propria famiglia in Calabria e di avere «molti amici calabresi» e di conoscere quelli che ha definito i loro «pregi e difetti». Non è mancata, in aula, una battuta ironica dell`avvocato difensore Enzo Galeota su «pregi e difetti» di calabresi e piemontesi.

L`EX MOGLIE DI FURCHI`: MI NASCOSE UN DEBITO DI 21MILA EURO
«Mio marito mi nascose 21.000 euro di debiti e cartelle esattoriali non pagate accumulati nel corso di una decina di anni». Lo ha detto, nel corso dell`interrogatorio, Angelina De Mori, ex moglie di Francesco Furchì. La donna è stata sposata col faccendiere, accusato di essere l`uomo che sparò ad Alberto Musy, dal 1987 al luglio 2012, quando si separò «a causa dei continui maltrattamenti e insulti a me e alle mie figlie».
La vicenda familiare della coppia è al centro di un`altra inchiesta giudiziaria per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. (0050)