Calabria It, il liquidatore: «I licenziamenti un atto dovuto»
CATANZARO «Posso anche assolvere, se utile alla risoluzione della vicenda, il ruolo di parafulmine ma non sono certo disponibile a ricoprire quello del vaso di coccio in una carovana di muli rissosi»…

CATANZARO «Posso anche assolvere, se utile alla risoluzione della vicenda, il ruolo di parafulmine ma non sono certo disponibile a ricoprire quello del vaso di coccio in una carovana di muli rissosi». Il commissario liquidatore di “Calabria It”, Attilio Funaro, parla del licenziamento dei 131 lavoratori della società in house della Regione nata da Sviluppo Italia Calabria. Non ci sta a fare da capro espiatorio.
Per correggere quelle che, a suo dire, sono «macroscopiche inesattezze ed errate chiavi di lettura», parte dalla legge regionale numero 24 del 16 maggio 2013. Quella che spiegava testualmente: «Fincalabra, socio unico di Calabria impresa & territori srl, deve provvedere alla messa in liquidazione della società Calabria impresa & territori srl. L’operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società Calabria impresa & territori srl posta in liquidazione, in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento a Fincalabra spa, sulla base di uno specifico piano industriale che deve garantire l’equilibrio economico-finanziario della stessa». Il manager dice ancora di essere «ben consapevole di quella espressa volontà del Consiglio, e non solo di quello quanto del Governatore e dell’Assessore, di giungere a garantire “la salvaguardia dei livelli occupazionali”. Vi è anche chi sa bene come mi sia adoperato, e continui ad adoperarmi, in tal senso. Presuntuosamente non avrei problemi a redigere un Piano Industriale di Calabria It se quella incombenza ricadesse sulla mia persona e sul mio incarico, cosa che non è». Ma lui è “soltanto” un commissario liquidatore e l`incarico «prevede che possa compiere esclusivamente gli atti “utili” per la liquidazione e che appaiano adeguati al fine di ottenere ove possibile il maggior attivo possibile, per poi procedere al pagamento dei debiti sociali».
Dunque non poteva fare altro che arrivare alle lettere di licenziamento: «Comprendo bene come quelle parole possono apparire fredde ed asettiche, distanti dal dramma dei dipendenti della società. Ma sono anche parole secche e precise negli effetti e negli obblighi che gravano sul mio ruolo e che, padroni di non crederci, amareggiano me almeno quanto i lavoratori coinvolti nella vicenda poiché su quelli ricadono colpe non loro. Colpe comunque ataviche di questa nostra Regione e alle quali necessita porre rimedio. Anche così, nel risanamento e nel rinnovo concettuale della società, si devono leggere gli auspici della “salvaguardia dei livelli occupazionali” perché è solo attraverso quei processi che si potranno dare le giuste e dovute garanzie che quelli saranno mantenuti inalterati». Il commissario liquidatore chiarisce che la procedura avviata è un «atto dovuto» che «pre un lasso temporale durante il quale sono certo si esprimerà un Piano Industriale da parte di chi deve redigerlo “garantendo l’equilibrio economico-finanziario” di Fincalabra». Adesso la palla passa alla finanziaria regionale. E Funaro auspica che si cerchino «oluzioni e strategie diverse che siano volte soprattutto a garantire tranquillità ai lavoratori, attività concrete alla società, ove necessario, una corretta ed adeguata capitalizzazione della stessa, tale da superare senza intoppi una dovuta fase di start up».
A questo fine è necessaria «una più stretta e fattiva collaborazione tra governance politico/dirigenziale, management Calabria I&T, socio unico, sigle sindacali e collaboratori per trovare la quadra del dramma dei 131 lavoratori della società con la consapevolezza, che deve essere di tutti che, o si è parte della soluzione o, viceversa, si è palesemente parte del problema stesso. Soprattutto, proprio per la gravità del problema, un lasso di tempo durante il quale non si deve lasciare spazio a manovratori o burattinai, soggetti che con quell’agire sono certi accendere animi, stimolare reazioni, aizzare strumentalizzazioni, tutte cose che con la sorte di Calabria I&T e dei suoi dipendenti, molto probabilmente poco o nulla hanno a che spartire».
Il manager conferma, infine, di aver nominato, nella fase precedente ai licenziamenti, alcuni consulenti. Non spiega quanti siano né quali siano state le loro retribuzioni, ma chiarische che «si tratta di professionisti esperti giuslavoristi e in contabilità ed analisi di bilanci, soggetti quindi quanto meno indispensabili a garantire l’esattezza delle procedure. Professionisti che hanno accettato l’incarico per una somma forfettaria omnicomprensiva molto inferiore a quelle che i singoli ordini professionali reputano essere equa per svolgere quel genere di attività».
L`INTERVENTO DI GUCCIONE
Intanto, il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione chiede una convocazione urgente della III commissione “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, «alla luce della lettera di licenziamento collettivo inviata dal commissario liquidatore di “Calabria it” ai 131 dipendenti di questa azienda. Questa iniziativa, che riguarda il licenziamento di tutti i lavoratori è, infatti, a mio parere, illegittima e da revocare immediatamente, in quanto avvenuta in modo non conforme a quanto previsto dalla legge regionale 24 del 2013 che, all’articolo 11, comma 4, recita testualmente così: “Calabria imprese e territorio srl, di cui Fincalabria è socio unico, prevede la messa in liquidazione della società, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società Fincalabra spa sulla base di uno specifico piano industriale».
CHIAPPETTA: ABOLITO ENTE INUTILE
«Le scelte assunte e le azioni intraprese sino a ora dal presidente Scopelliti e dalla maggioranza regionale rispondono a un unico criterio interpretativo e cioè quello di cambiare l’organizzazione regionale con il definitivo superamento di illogicità, diseconomie, inefficienze e antichi mali». Così il capigruppo regionale del Pdl Giampaolo Chiappetta, che interviene sulla questione Calabria it, la società in house della Regione che ha “licenziato” 131 dipendenti. Il rappresentante azzurro accoglie «con sorpresa le polemiche sollevate in ordine alla recentissima vicenda dei lavoratori di Calabria It, rispetto ai quali fa fede non l’intenzione di qualcuno ma l’espresso disposto normativo contenuto nella legge regionale 24 del 2013 e che prevede “la messa in liquidazione della società, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato in servizio al 31 dicembre 2012, attraverso il trasferimento alla società Fincalabra spa sulla base di uno specifico piano industriale”».
Secondo Chiappetta, mai «è stata assunta una scelta che potesse pregiudicare i livelli occupazionali anzi sino a ora – e spesso nel frastuono di critiche pregiudiziali – abbiamo cercato di fare tutto il possibile – anche forzando rispetto a formalismi e tecnicalità giuridiche – per accrescere i livelli occupazionali ad esempio attraverso la stabilizzazione del precariato. Il lavoro è per noi una priorità nell’agenda di governo e il recente confronto tra il presidente Scopelliti, Confindustria e le sigle sindacali – con l’avvio di tavoli tematici – ne è la più evidente testimonianza, ritardi come quelli calabresi possono essere colmati solo se si ha piena consapevolezza di essere un sistema che – peraltro – deve remare nella stessa direzione».
La liquidazione di Calabria it con l’assorbimento in Fincalabra fa dunque «parte di quel disegno complessivo che ci ha portato a sfoltire il troppo lungo elenco di enti regionali e sub-regionali la cui ragion d’essere era svanita da tempo, che pesavano spesso inutilmente sul bilancio regionale, che mortificavano le tante professionalità e non avevano altro ruolo se non quello di garantire organismi dirigenti e
di nomina politica. Non dico che meriteremmo l’applauso ma quantomeno il coraggio di dire che per la prima volta in Calabria invece che moltiplicare pane e pesci in consigli di amministrazione e gettoni di presenza si è proceduto a una riduzione degli enti e alla razionalizzazione e riduzione dei costi».
L’incontro del prossimo 2 settembre con le sigle sindacali – conclude Chiappetta – «sarà l’occasione utile per definire un quadro d’azione ed un percorso il cui obiettivo non può che essere quello sancito dalla legge regionale». (0040)