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Blitz del Noe, denuncia e sequestro per l`Aimeri

Blitz del Noe dei carabinieri nella periferia sud di Catanzaro. I militari dell`Arma, guidati dal capitano Gerardo Lardieri, hanno sequestrato beni per un valore di tre milioni di euro e hanno denunc…

Pubblicato il: 15/11/2013 – 12:23
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Blitz del Noe, denuncia e sequestro per l`Aimeri

Blitz del Noe dei carabinieri nella periferia sud di Catanzaro. I militari dell`Arma, guidati dal capitano Gerardo Lardieri, hanno sequestrato beni per un valore di tre milioni di euro e hanno denunciato all`autorità giudiziaria per violazioni delle normative ambientali 7 persone tra cui i vertici della società Aimeri che si occupa della raccolta rifiuti nel capoluogo calabrese.
Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in viale Isonzo, in una zona adiacente al dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Nell`area in uso alla società Aimeri Ambiente hanno trovato rifiuti anche pericolosi, provenienti dalla raccolta urbana, all’interno di cassoni posti nell’area adibita, almeno sulla carta, esclusivamente a parcheggio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell`Arma, la spazzatura raccolta in città veniva portata in questa area e accumulata nei cassoni in attesa di essere trasferita in discarica. I rifiuti, però, sarebbero rimasti nell`area di viale Isonzo per giorni provocando, soprattutto nei giorni di pioggia, la fuoriuscita di liquidi che finivano poi per strada e nei terreni adiacenti. I carabinieri, inoltre, hanno segnalato i vertici della società milanese per l`attivazione di uno scarico industriale non autorizzato.
Nella stessa zona i militari del Noe hanno sequestrato un capannone, un rimorchio per motrice e 1000 quintali circa di pneumatici a un gommista F.S. L`attività sarebbe stata sprovvista dell`autorizzazione relativa all’attività di gestione, trattamento e stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi, quali pneumatici fuori uso. Le gomme usate, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, venivano lavorate con un laser che le faceva apparire come nuove. Infine sono stati apposti i sigilli a un impianto di lavorazione di materiale inerte perché sprovvisto di autorizzazione allo scarico di reflui industriali.

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