Milioni di euro andati in fumo? Se è così c’è di che preoccuparsi per come vengono gestiti i soldi dei calabresi. La notizia è passata quasi inosservata, ammantata da una cortina di riservatezza, quella solita che viene stesa quando si alza il sospetto di uno scandalo. Se non fosse stato per un quotidiano che l’ha offerta all’interno delle sue pagine, l’approvazione da parte del consiglio regionale di un provvedimento che ha reso operativo un condono tombale per le somme che la Regione aveva chiesto ad alcune aziende di restituire, non se ne sarebbe saputo nulla e anche questa storia sarebbe finita nel sottoscala tra gli atti che nessuno va a guardare.
Perché, si obietta, anche ora che la notizia ha bucato il muro del silenzio, qualcuno pensa che possa cambiare qualcosa? Può darsi. Certo è, per esempio, che si è appreso che vi sono consiglieri che hanno alzato la voce e parlano di colpo di mano consumato in aula a loro insaputa. Sembra che sia una pagina tutta da scrivere. Dai banchi dell’opposizione si parla anche di slealtà della maggioranza che avrebbe approfittato delle tante assenze per approvare una norma che non andava ratificata; si sarebbe agito di soppiatto attendendo che l’aula si svuotasse dopo l’approvazione del conto consuntivo per votare il provvedimento presentato dal consigliere Mario Magno (Forza Italia) con il quale si modificano le disposizioni inerenti i provvedimenti agevolativi. Secondo l’opposizione si sarebbe trattato di un vero e proprio colpo di mano ordito con la complicità della Conferenza dei capigruppo e bypassando la Commissione bilancio.
I riflessi della ratifica del provvedimento avranno effetti definitivi; non si tratta infatti di una temporanea sospensione del recupero delle somme che la Regione aveva pensato di incassare, ma di un provvedimento che cancella il debito per diversi milioni di euro. In pratica un regalo a decine di imprenditori che hanno ottenuto il finanziamento presentando i progetti che però, in fase di verifica, avrebbero presentato diverse anomalie.
Adesso che la frittata è stata fatta si abbozza anche qualche flebile giustificazione; si cerca di sostenere che si è trattato di un provvedimento dovuto che va incontro alle aziende in difficoltà a seguito della pesante crisi che attanaglia il Paese e che la restituzione dei capitali ne avrebbe aggravato la situazione. Sicuramente nobili intenti, resta però che la Regione aveva chiesto la restituzione delle somme perché erano state accertate inadempienze tali da determinare la perdita dei requisiti per il mancato rispetto dei coefficienti. In sostanza, una forma elegante per dire che sarebbero state commesse delle appropriazioni indebite di denaro pubblico.
Si tratta di milioni di euro che, proprio perché la crisi in Calabria si fa tutt’ora sentire in maniera più drammatica rispetto ad altre aree del Paese, sarebbero potuti essere destinati per altri fini, magari più urgenti e giustificati. (0090)
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