RENDE L’associazione culturale e collettivo universitario “Il filo di Sophia” organizza per oggi – martedì 14 gennaio alle ore 17,30 nell’aula F2 (cubo 18C) dell’Università della Calabria – un incontro pubblico con il celebre pittore, architetto e scultore calabrese Nik Spatari, ideatore e fondatore del parco artistico Musaba di Mammola (Reggio Calabria). Spatari darà avvio a una serata che prevede ulteriori momenti performativi e di dibattito. Ecco il programma di tutte le iniziative: “Nik Spatari e il teorema di Pitagora” (incontro pubblico con l’artista); “Il colore nell’arte astratta. Da Kandinsky alle sperimentazioni di Balla” (a cura di Leonardo Passarelli, storico dell’arte); Performance live di giovani artisti (dall’artigianato alla scultura, dalla pittura alla scrittura, dal fumetto all’happening); Musica e proiezioni; Mangia&Bevi. Ingresso gratuito (info: ilfilodisophia.blogspot.it; ilfilodisophia@gmail.com; facebook.com/ilfilodisophiaunical; 328 2207753).
Nik Spatari nasce a Mammola nel 1929. Da piccolissimo dimostra uno straordinario talento per il disegno e la pittura, ma ben presto perde l`uso della parola e dell`udito, così non può frequentare le scuole. E` un instancabile autodidatta, un ragazzino che dipinge sui muri delle case distrutte dalle bombe della Guerra mondiale usando una miscela rudimentale di polvere al latte e tuorlo d`uovo. Rastrella premi e riconoscimenti nei più importanti concorsi di disegno e pittura per l`infanzia. E` ancora adolescente quando realizza opere d`arte sacra per le chiese calabresi e nel `54 la catastrofica alluvione della Calabria gli ispira tele drammatiche e già compiute. Viaggia per l`Italia e per l`Europa. Cerca modelli pittorici, maestri: Giotto, Michelangelo, Masaccio, Van Dijck, Kokoschka, Klee i suoi primi riferimenti. Ben presto qualcuno lo nota. Il piccolo Nicodemo è ora Nik, giovane artista ricco di talento. Ha solo 27 anni quando il Sovrintendente ai Beni Culturali di Reggio Calabria gli mette a disposizione i locali del Museo della Magna Graecia per una personale. Espone 200 opere, Eugenio Montale scrive di lui sul `Corriere della Sera`, ed è il primo vero successo: viene invitato a Roma, Milano, Ginevra. Un peregrinare continuo dalla Calabria verso il resto del mondo. È fortemente ancorato alla sua Calabria e a quello che significa in termini di mito, di storia, di natura, ma è decisamente proiettato in una dimensione sovranazionale. Ricercatore appassionato, attento a tecniche nuove, benchè giovanissimo, in lui si è già formato un sedimento notevole di memorie, emozioni, stati d`animo, difficile da fermare in una definizione o classificare in uno schema.
Nel 1958 viene invitato alla Biennale di Venezia; dalla Svizzera (oltre che da Israele, Jugoslavia, Germania, Unione Sovietica, Stati Uniti) gli vengono i primi riconoscimenti internazionali ed è a Losanna che si stabilisce alla fine degli anni `50 dove crea il “prismatismo” e lì viene salutato dalla critica come artista ribelle a qualunque scuola e profondamente innovatore. Ciò che più colpisce nella maggior parte delle opere di Spatari è la maniera di disporre i colori da lui creati, è la composizione terminante in un`armonia di tonalità e in un gioco di movimenti verticali e orizzontali. A Lausanne incontra una giovane collezionista russa, Hiske Maas, che lo invita a Parigi dove si sposeranno. A Parigi scopre la pittura rupestre e quella informale. Incontra Le Corbusier di cui diventa allievo e collaboratore. Presso di lui persegue per alcuni anni un apprendistato architettonico (informale) molto congeniale alle sue inclinazioni verso il primitivismo. Incontra Picasso e Max Ernst. Aderisce al gruppodi artisti gravitanti intorno alla Galleria Cigaps (Centre International de Groupement d`Artistes Peintres, Sculpteurs). Accade un singolare episodio che lo rivelerà alla critica internazionale: Jean Cocteau, visita una personale di Nik Spatari, stacca un`opera dalla parete e la porta via, lasciando al posto del quadro un biglietto di ringraziamento firmato. È l`inizio di un`amicizia e il consolidamento del successo. (0070)
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