La madre di Cutrì: «Non volevano far male a nessuno, era un atto dimostrativo»
BUSTO ARSIZIO La madre di Domenico Cutrì, l`ergastolano evaso e catturato dopo sei giorni dai carabinieri, oggi in Tribunale a Busto Arsizio per l`udienza di convalida del fermo dell`altro fratello D…

BUSTO ARSIZIO La madre di Domenico Cutrì, l`ergastolano evaso e catturato dopo sei giorni dai carabinieri, oggi in Tribunale a Busto Arsizio per l`udienza di convalida del fermo dell`altro fratello Daniele, ha ribadito che i figli «non volevano far male a nessuno, e quello era un atto dimostrativo contro la condanna all`ergastolo». Nei giorni scorsi Maria Antonietta Lantone aveva sostenuto che Domenico era stato condannato ingiustamente all`ergastolo per l`omicidio di un polacco che, secondo la ricostruzione dell`accusa, era stato ucciso, su ordine di Domenico, perché gli aveva insidiato la fidanzata.
Intanto, è cominciata, davanti al gip di Busto Arsizio, Luca Labianca, l`udienza di convalida del fermo di Carlotta Di Lauro, la ventiseienne compagna di Antonino Cutrì, rimasto ucciso lunedì scorso nel conflitto a fuoco per far evadere suo fratello Domenico, l`ergastolano catturato la notte tra sabato e domenica scorsi. Carlotta Di Lauro, accusata di aver dato supporto logistico al gruppo che ha fatto evadere Domenico, è difesa dal professor Carlo Taormina, il quale aveva già difeso Antonino anni fa per una rissa davanti a un locale di Milano. In mattinata si è tenuta l`udienza di convalida del fermo anche di Daniele Cutrì, altro fratello di Domenico. È accusato di aver fatto parte del commando che era intervenuto per far evadere l`ergastolano dal tribunale di Gallarate (Varese). Non era riuscito a salire a bordo della Nissan dentro la quale si trovava l`arsenale della banda ed era fuggito a piedi. Dopo aver vagato un paio di giorni era tornato a casa dove i carabinieri l`avevano fermato.