Turismo nelle mani dei clan, sigilli a beni per 420 milioni
REGGIO CALABRIA Tredici società immobiliari con l’intero relativo capitale sociale, 7 autovetture di lusso, 7 veicoli commerciali e un numero imprecisato di conti correnti per un valore record di 42…

REGGIO CALABRIA Tredici società immobiliari con l’intero relativo capitale sociale, 7 autovetture di lusso, 7 veicoli commerciali e un numero imprecisato di conti correnti per un valore record di 420 milioni di euro. È un colpo durissimo quello che la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha assestato ai clan Aquino e Morabito, già colpiti dall’operazione Metropolis.
Proprio a seguito di quell’indagine che ha svelato come i clan Aquino e Morabito si fossero salomonicamente divise la costa jonica, coprendola di cemento destinato alla realizzazione di complessi turistico-alberghieri gestiti attraverso un’articolata e complessa rete di società italiane ed estere, la Dda ha ordinato al nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, al Servizio centrale investigazioni criminalità organizzata (Scico) di Roma e gruppo di Locri, l’esecuzione di mirate indagini patrimoniali, nei confronti di 40 soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi e dei componenti dei rispettivi nuclei familiari, così come nei confronti di persone fisiche, prestanomi e società riconducibili – a qualsiasi titolo – ai predetti soggetti.
L’esito dei riscontri, unitamente alla laboriosa comparazione con gli elementi infoinvestigativi – emersi dalle indagini tecniche – ha consentito di individuare alcuni prestanomi e/o soggetti utilizzati strumentalmente all’illecito arricchimento dei sodali e quindi delle due locali di ‘ndrangheta.
INDAGINI CON IL SATELLITE
Tra l’altro, scelta investigativa particolarmente incisiva si è rivelata la predisposizione ed acquisizione delle tavole ortografiche e fotogrammetrie satellitari su tutti i beni immobili oggetto di investigazione. Successivamente, attraverso un’accurata rielaborazione, sono stati confrontati i numerosissimi dati acquisiti, mettendo in risalto l’aspetto della sperequazione tra redditi dichiarati e l’incremento patrimoniale accertato, per poi procedere ad una nuova e definitiva analisi contabile, che ha consentito di evidenziare un eccezionale arricchimento patrimoniale dei soggetti attenzionati, realizzato nel corso degli ultimi quindici anni.
LE MANI SUL TURISMO
La complessa attività di ricostruzione effettuata dai tre reparti del corpo ha portato la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ad emettere i provvedimenti di sequestro eseguiti in data odierna con i quali si è sottratto alla ‘ndrangheta un patrimonio illecitamente accumulato tra beni mobili, immobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie, e investito principalmente nel settore turistico-alberghiero.
BINDI: IL SEQUESTRO DEI BENI È UNO
DEGLI STRUMENTI PIU` EFFICACI
«Il sequestro dei beni e dei patrimoni si conferma come uno degli strumenti più efficaci di contrasto delle mafie. Un`attività di prevenzione decisiva a colpire il potere della `ndrangheta, che ormai agisce come un soggetto imprenditoriale, presente in diversi segmenti delle attività economiche». Lo afferma il presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi commentando il maxisequestro di questa mattina in Calabria. «Un nuovo importante risultato – sottolinea Bindi – che indebolisce l`asse tra Roma e la Calabria degli affari illeciti della `ndrangheta. Il maxisequestro di questa mattina, per un valore di 420 miliardi, colpisce in modo pesante un ingente patrimonio immobiliare e societario delle cosche di Africo e Marina di Gioiosa Jonica, che controllavano un segmento importante delle attività turistiche e residenziali della costa jonica calabrese». «Grazie alle indagini dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, dello Scico di Roma e del gruppo di Locri, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria – aggiunge – è stato possibile smantellare la rete di società e prestanome che avevano consentito di occultare e reinvestire le ricchezze accumulate con l`intimidazione mafiosa e le attività illecite». «Altrettanto importante – conclude Bindi – l`operazione della Dia che ha posto i sigilli in diversi esercizi commerciali a Roma e altre attività economiche tra il Lazio e la Calabria». (0090)