SIBARI È passato un anno da quell`inondazione, ma gli scavi di Sibari sono ancora a forte rischio. I resti archeologici continuano a essere sepolti sotto il fango, in attesa degli interventi per il loro totale ripristino. La situazione del parco archeologico è stata raccontata da un servizio del Tg3 andato in onda oggi. Un reportage che mostra lo stato di abbandono in cui versa il sito. Dell`antico splendore di Sibari rimangono visibili solo i resti più recenti, con «le bacheche informative distrutte e le mappe all`ingresso illegibili». In uno scenario quasi desertico, anche il centro di ristoro del parco archeologico appare «abbandonato e devastato». E non c`è nemmeno nessuno che controlli gli scavi. Ai microfoni della Rai, il geologo del Cnr Carlo Tansi ricorda l`entità dell`esondazione del Crati, che ha inondato il parco archeologico di oltre «200 milioni di litri d`acqua». Una calamità che non è detto non si ripeta in futuro, considerato che gli argini del fiume non sono stati ancora consolidati. E, senza interventi immediati, il fango potrebbe coprire anche tutte quelle vestigia che ancora rimangono in superficie. (0040)
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