Europee e "Fallara", i dubbi di Peppe

LAMEZIA TERME «Il leader del Nuovo centrodestra in Calabria sono io. E lo sarò anche dopo il 27 marzo», il giorno in cui il Tribunale di Reggio Calabria deciderà se condannarlo nel “processo Fallara” dove è imputato per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Peppe Scopelliti è sempre più convinto a scendere in campo per le europee – a fare (malvolentieri) un passo indietro sarebbe Gianpaolo Chiappetta, attuale capogruppo di Ncd in Consiglio – e per questo sta predisponendo gli ultimi dettagli per consentire la nomina del fidato Nazzareno Salerno a vicepresidente della giunta regionale.
Sarà l’attuale assessore regionale al Lavoro a dover prendere in mano le redini di Palazzo Alemanni se la prossima settimana dalle stanze del Cedir dovesse arrivare quella doccia fredda di cui il governatore non parla mai esplicitamente. Non lo ha fatto nemmeno oggi quando, sul volo di linea Alitalia Lamezia-Roma, Scopelliti ha avuto modo di confrontarsi con lo stesso Salerno e con Luigi Fedele. Ai due Scopelliti avrebbe spiegato che non intende rimanere fuori dalle istituzioni anche se dovesse essere condannato nel processo chiamato a far luce sul crack finanziario al Comune di Reggio Calabria.
Fedele lo avrebbe esortato a «valutare bene» ogni mossa, soprattutto a «non mortificare» le ambizioni degli altri big della coalizione che pure mirerebbero a prendere in mano la leadership della maggioranza. Ogni riferimento, seppure durante la discussione ad “alta quota” non sarebbero stati fatti nomi, porta a Pino Gentile. È chiaro che la nomina di un vicepresidente diverso dall’attuale assessore regionale ai Lavori pubblici rappresenterebbe un altro “sgarbo” alla famiglia politicamente più potente del centrodestra calabrese, che ha già ha dovuto subìre le dimissioni da sottosegretario del senatore Tonino.
Tuttavia c’è chi non manca di far notare che i Gentile «non sarebbero molto interessati a una sovraesposizione» nel momento più delicato della loro carriera politica e quindi non si metterebbero di traverso davanti alla nomina di un altro vicepresidente. Ci sono le preoccupazioni di Fedele, però. Che non parla mai a caso. «Perché un conto – sarebbero state le parole rivolte al governatore – è se ci sei tu, un altro se metti qualcuno di tua fiducia». Il sottinteso è che senza Scopelliti la compattezza del partito e dell’intero centrodestra non è così scontata.
L’attuale presidente della giunta, che sogna un futuro a Bruxelles, deve fare i conti pure con i dubbi di Angelino Alfano. Sì, perché il leader di Ncd avrebbe espresso più di una riserva sulla discesa in campo alle europee di Scopelliti. Affrontare la campagna elettorale – sarebbe la teoria dell’attuale titolare del Viminale – con una condanna sul groppone potrebbe rivelarsi controproducente per lui e per l’intero partito. Che deve per prima cosa assicurarsi di superare la soglia di sbarramento fissata al 4% su base nazionale. E poi ci sarebbe da trovare una idonea collocazione per Chiappetta, che già da settimane sta girando in lungo e in largo la Calabria per raccogliere consensi in vista dell’appuntamento di domenica 25 maggio.
Per questo motivo Alfano avrebbe consigliato a Scopelliti di ponderare bene ogni scelta e di valutare, in caso di sospensione dall’incarico per effetto della condanna nel “processo Fallara”, l’eventualità di rimboccarsi le maniche e lavorare da Roma per rafforzare la presenza di Ncd sui territori. Ma qui torniamo sempre al punto di partenza: sarà disposto Scopelliti a restare fuori, per un tempo indefinito, dal giro della politica che conta?