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Holding tra i clan della Piana Condanne confermate e tre assoluzioni

REGGIO CALABRIA Tre assoluzioni importanti, una prescrizione, pene sostanzialmente confermate per gli elementi di vertice, ma anche riduzioni di pena per molti degli imputati rispetto al primo grado…

Pubblicato il: 11/04/2014 – 23:10
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Holding tra i clan della Piana Condanne confermate e tre assoluzioni

REGGIO CALABRIA Tre assoluzioni importanti, una prescrizione, pene sostanzialmente confermate per gli elementi di vertice, ma anche riduzioni di pena per molti degli imputati rispetto al primo grado di giudizio. E’ una sentenza composita e articolata quella che viene fuori dal giudizio di secondo grado del processo con rito abbreviato “Imelda”, scaturito dall’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Maria Luisa Miranda, oggi trasferita a Napoli, che ha permesso di svelare l’esistenza di una vera e propria holding formata da storiche cosche della Piana, gli Ascone-Bellocco, e di San Luca, i Nirta-Strangio-Pizzata.
I due storici clan, ha svelato l’indagine, si erano uniti in un’alleanza strategica mirata tanto all’apertura di nuovi canali per l’importazione, lo stoccaggio e lo smercio della cocaina proveniente dal Sud America, tanto all’individuazione e gestione di nuove di basi operative e logistiche per la copertura dei propri latitanti. Un impianto accusatorio che viene sostanzialmente confermato anche in secondo grado, anche se non convincono i giudici di secondo grado le accuse formulate a carico di Vincenzo Ascone, in precedenza condannato a 11 anni e Filippo Rechichi e Giuseppe Fabrizio, condannati a 10 anni in primo grado, ma tutti assolti in appello. Vengono variamente ritoccate ma non stravolte le condanne inflitte invece a Rocco Ascone, che passa da 16 a 15 anni e 8 mesi di reclusione, Giancarlo Polifroni, che passa dai 10 anni e 2 mesi rimediati in primo grado, ai 10 anni 1 un mese e 20 giorni decisi dai giudici d’appello, e Beniamino Marras, cui la Corte ha inflitto 6 anni di reclusione in luogo dei 6 anni e 8 mesi stabiliti dal gup. Vedono scendere gli anni di condanna loro inflitti anche Laurentiu Doru Avran, che rimedia 7 anni e 26mila euro di multa in luogo degli 8 rimediati in prima istanza, Carmine Murdaca, condannato a 7 anni e 8 mesi al posto degli 8 del primo grado e Antonio Romeo (cl.70) cui il gup aveva inflitto dieci anni, ma che è stato condannato dai giudici della Corte d’appello a 8 anni 6 mesi 20 giorni e 37.851 euro di multa. Invece la riduzione di pena è notevole per Pasquale Calderone condannato a 9 anni e 8 mesi in luogo dei 14 e 4 mesi del primo grado; Domenico Codespoti, che se la cava con 3 anni 6 mesi 20 giorni e 12mila euro, invece dei dieci anni di carcere decisi per lui dal gup, mentre passa da 10 anni e due mesi a 5 anni 4 mesi e 24mila euro di multa, Francesco Strangio. Per Vincenzo Perre la Corte ha disposto per questo processo una pena a 3 anni e 4 mesi di carcere, che diventano 7 anni, 6 mesi e 20 giorni in continuazione con una sentenza in precedenza rimediata. Infine, si abbatte la mannaia della prescrizione sul reato contestato a Giuseppe Romeo, in precedenza condannato a due anni. Scattata nel marzo 2011, “Imelda” è una delle più importanti operazioni antidroga fra quelle coordinate dalla Dda di Reggio Calabria. Oltre tre anni di indagini hanno portato inquirenti e investigatori del Goa di Catanzaro sulle tracce del business milionario basato sul traffico internazionale di sostanze stupefacenti messo in piedi da un inedito cartello formato dal gotha delle cosche del mandamento jonico e della Piana. Trentuno le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, la cui esecuzione ha visto impegnati oltre 150 finanzieri nei territori di San Luca, Africo, Bovalino e Rosarno, roccaforti storiche di importanti famiglie di `ndrangheta, e nell’hinterland milanese, assieme a cinque mandati di arresto europeo eseguiti dalla polizia di Duisburg. (0050)

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