Cattiva gestione dei fondi europei come metafora di un regionalismo superato
L`allarme lanciato nei giorni scorsi da parte del commissario Ue alle Politiche Regionali, Johannes Hahn, sullo stato di attuazione dei programmi regionali europei, conferma le preoccupazioni più vol…

L`allarme lanciato nei giorni scorsi da parte del commissario Ue alle Politiche Regionali, Johannes Hahn, sullo stato di attuazione dei programmi regionali europei, conferma le preoccupazioni più volte manifestate sulla scarsa capacità di spesa e di gestione dei programmi stessi da parte della giunta regionale di centrodestra.
Nonostante le rimodulazioni operate più volte, che ha visto impegnato sopratutto l`ex ministro Barca, ancora oggi la Calabria rischia la perdita di risorse considerevoli sui programmi 2007/2013. La scarsa capacità di gestione e di spesa dei programmi comunitari è diventato in Calabria una vera e propria emergenza, è la più eloquente prova del regionalismo calabrese.
Man mano negli anni si è allentata non solo la capacità di spesa ma soprattutto, quella di fare delle risorse europee la leva strategica per promuovere sviluppo e far crescere ricchezza. È prevalsa la logica dei mille rivoli: una piazza, un marciapiede, un tratto di lungomare e tanti esempi ancora non si negano a nessuno.
Nonostante l`allarme della più alta carica istituzionale chiamata a gestire i programmi comunitari, nella nostra regione, anche in questi giorni abbiamo assistito a proclami, annunci, promozioni eccellenti sbandierati dagli amministratori regionali.
Il rischio ormai sempre più incombente di non riuscire a spendere e rendicontare entro il 31 dicembre 2015 le risorse del piano 2007-2013 è ancora più insopportabile se consideriamo la drammatica crisi che vive l`intero sistema economico calabrese. Non si tratta soltanto di denunciare una situazione inaccettabile, oltretutto siamo in giorni inediti e drammatici della vita istituzionale della nostra regione che è difronte ad una crisi irreversibile, si tratta di interrogarsi con responsabilità e rigore per come in Calabria si possa aprire una nuova stagione di regionalismo.
La regione con l`esperienza di governo Scopelliti ha ulteriormente aumentato e accentrato poteri di gestione, ha mortificato ed espropriato i territori e le categorie sociali, ha costruito agenzie di comodo solo per irrobustire clientele. L`insieme di tutto ciò ha prodotto nei fatti un mostro istituzionale che va immediatamente smantellato. Dovrà essere questo il compito principale della prossima legislatura.
La programmazione comunitaria del prossimo settennato 2014-2020 su cui si va accumulando un considerevole ritardo dovrà poggiare le sue fondamenta su una Regione leggera impegnata esclusivamente a programmare, legiferare e controllare; mentre la gestione va decentrata ai territori, alle categorie sociali, alle agenzie Regionali.
Va completamente ripensata l`architettura Istituzionale del Regionalismo che abbiamo conosciuto fin qui.
Costruire una nuova regione è questa la scommessa vera da cui ripartire per tutelare e salvaguardare gli interessi dei calabresi.
Tocca al Pd e alle forze civiche e democratiche costruire una proposta di governo per il rilancio sociale ed economico, culturale e democratico della Calabria.
Bisogna dire basta all’esperienza fallimentare di governo del centro destra e aprire una nuova stagione politica e istituzionale.
*Dirigente regionale Pd