IL SEQUESTRO | "Abusivismo" in famiglia per la Stasi
CROTONE L`area sottoposta a sequestro, lo scorso 18 aprile, è sicuramente tra le più suggestive del Crotonese. Si tratta di 6500 metri quadrati siti in località Valle Perrotta e ricadenti nel territo…

CROTONE L`area sottoposta a sequestro, lo scorso 18 aprile, è sicuramente tra le più suggestive del Crotonese. Si tratta di 6500 metri quadrati siti in località Valle Perrotta e ricadenti nel territorio comunale di Isola Capo Rizzuto. Scrive la Capitaneria di Porto di Crotone: «Nel corso di accertamenti di polizia marittima, i militari hanno potuto constatare l’esecuzione di lavori di sbancamento di una porzione di terreno in parte ricadente nel demanio pubblico marittimo e fascia di rispetto e in parte ricadente su proprietà privata in zona prospiciente l’Area marina protetta di Capo Rizzuto». Secondo i militari si tratta di attività eseguite abusivamente sia nella parte privata che sul demanio dello Stato. «Si parla – scrive ancora la Capitaneria di Porto – di una porzione di territorio tra le più belle e suggestive del comprensorio crotonese ormai irreversibilmente deturpata» a ridosso dell`area marina protetta di Isola Capo Rizzuto.
E fin qui nulla di straordinario. Il fatto singolare riguarda l`azienda agricola finita nel mirino della Capitaneria. L`attività imprenditoriale, denominata “Le verdi praterie”, è impegnata nell`allevamento delle bufale da latte ed è di proprietà del gruppo Marrelli, uno dei più influenti di quel comprensorio. Il 90% delle quote dell`azienda agricola è detenuto dalla Im. Mar. il contenitore che accoglie tutte le imprese del gruppo, di cui è titolare Massimo Marrelli, marito di Antonella Stasi, la donna che da ieri, dopo le dimissioni del governatore Peppe Scopelliti, guiderà la Regione fino alle prossime elezioni. Insomma, non proprio il massimo per chi si appresta a guidare l`esecutivo e dovrebbe avere a cuore la tutela dell`ambiente.
Nei mesi scorsi il caso era stato sollevato da una serie di associazioni ambientaliste in una lettera inviata al procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, e al soprintendente per i Beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi. «In piena Area marina protetta – scrivevano nella loro missiva i rappresentanti di Legambiente, Italia Nostra, Arci Crotone e “Fabbrikando l`avvenire” – a pochi metri dalla linea di costa, sono in corso lavori di sbancamento che, a nostro parere, hanno provocato una modifica permanente del paesaggio. Gli interventi effettuati sul territorio, e il conseguente dilavamento, stanno interessando e alterando sia la spiaggia sia la fascia demaniale, ben entro i 300 metri tutelati dalla “legge Galasso”». Seguì la risposta della soprintendente Bonomi: «Non è giunto a questo ufficio alcun progetto o richiesta di autorizzazione della verifica puntuale dei luoghi, non si è rintracciata alcuna presenza archeologica di qualsiasi natura, anche a causa dei notevoli movimenti terra, realizzati nelle argille grigio-azzurre, che hanno alterato profondamente il paesaggio. Dunque, si evince che la competenza in materia spetta alla consorella Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, cui questa nota viene inviata per opportuna conoscenza». (0030)