RENDE Non bastasse la batosta subita alle amministrative, adesso Sandro Principe deve anche affrontare le rivolte tutte interne al Pd. Al Pd di Rende, in particolare. La vittoria di Marcello Manna alle ultime elezioni comunali ha rinvigorito quei dissidenti democratici che già in passato avevano fortemente criticato la “gestione Principe”. Frondisti che adesso provano a mettere all’angolo l’ex sindaco e attuale capogruppo del Pd in consiglio regionale e la sua concezione «padronale» del partito. È infatti partita una raccolta firme per per la convocazione di una «assemblea auto-convocata» degli iscritti, elettori e simpatizzanti del Pd rendese, «affinché si proceda verso l’azzeramento dell’attuale circolo e sotto la diretta responsabilità degli organismi provinciali e regionali si apra ufficialmente la campagna di tesseramento e si proceda allo svolgimento di un congresso straordinario in tempi rapidissimi». È, insomma, tempo per la resa dei conti definitiva. Il “ras” da spodestare è Principe, più alcuni dei suoi fedelissimi, tra cui Clelio Gelsomino, il segretario del circolo Pd di Rende che, «pur se sollecitato da più parti nella fase preparatoria delle elezioni, non ha inteso promuovere nessuna iniziativa capace di interrompere una spirale voluta da Sandro Principe e che è stata utile a soffocare e a reprimere il gioioso e dinamico protagonismo dei democratici e delle democratiche rendesi». Secondo i dissidenti, sarebbe bastato svolgere le primarie «per mettere in campo un nuovo, plurale, unito e affidabile centrosinistra». Non è andata così. È invece prevalsa «l’immagine di un Pd completamente assoggettato acriticamente a un Sandro Principe intento a resistere nel fortino». Sulla base di queste premesse, i sottoscrittori spingono verso la «rottamazione» del vecchio Pd, che va «finalmente fondato intorno a presupposti e principi che ne interpretano il coerente progetto originario». La data fissata per l’assemblea del partito è il 30 giugno.
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