Ultimo aggiornamento alle 20:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Libera cosca in libero Stato?

Concediamoci un azzardo blasfemo, a proposito dell’inchino della processione al boss in quel di Oppido Mamertina. I soliti parrucconibacchettonati sono insorti e hanno levato malconci scudi contro …

Pubblicato il: 06/07/2014 – 19:44

Concediamoci un azzardo blasfemo, a proposito dell’inchino della processione al boss in quel di Oppido Mamertina. I soliti parrucconibacchettonati sono insorti e hanno levato malconci scudi contro l’omaggio al crimine, che ha fatto indignare anche i novelli apologeti del Papa, il qual, ormai, gode di un consenso, pressoché unanime. Del resto, Bergoglio che conosce le leggi dell’audience, somministra le ostie verbali più ovvie perché la sua catechesi si insedi lungo la percezione popolare. La scomunica dei mafiosi, infatti, spacciata dai noiosissimi baciapantofole della stampa come gesto fragoroso e inedito, si situa, proprio, dentro la strategia del proselitismo di facile e dozzinale presa, inaugurata dal Pontefice. A tratti, le esternazioni di Francesco, l’Indiscusso, ricordano quelle di un personaggio della saga Renzoarboriana, tale Catalano, che amava ribadire: “E’ meglio una moglie giovane e bella anzichè una vecchia e brutta”. Chi oserebbe mai dissentire da un siffatto assioma? A Cassano allo Jonio il Papa sancisce l’esilio simbolico, fuori dal perimetro del Vangelo, degli ‘ndranghetisti, suscitando l’esultanza generale. Senonchè, a distanza di qualche settimana, un altro sedimentatissimo sentire popolare deraglia dal tracciato di Francesco per reiterare il rito antico della genuflessione pagana al boss, vissuto come confiscatore di anime. La liturgia di Oppido Mamertina racconta di un costume totemico, in auge presso alcune comunità calabre, che trae origine dal bisogno radicato di approvvigionarsi alla fonte di un’idolatria cupa ma, pur sempre, carnale perché rinvenibile dentro il vicinato. Nelle prossimità dell’agire domestico. E cosi l’esecrando boss si riconferma come oggetto di culto. A testimonianza del fatto che Dio non è affatto morto ma, al contrario, può declinarsi in infiniti modi. Ciascuno si autorisarcisce, come può, del danno di orfananza religiosa. L’oppio dei popoli, di marxiana memoria, è droga di conforto, in attesa della differita della Finalissima del Regno dei Cieli, mai trasmessa, in diretta. Il capocosca Mazzagatti appare alla Madonna. Nostra Signora si ferma e, improvvisamente, come d’incanto, si lascia avvincere dall’effluvio del peccato mortale, il solo che ci renda degni di una scomunica. La condanna ecclesiale che impedisce a chi ne venga colpito di ricevere o impartire i Sacramenti, in assoluta dissonanza con il “perdona loro perché non sanno quel che fanno”. A meno che non si risalga al detto di Gesù “legare e sciogliere” (rivolto a Pietro). In ogni caso, potremmo, senza pretese scientifiche accreditare l’antinomia Vangelo-Dottrina canonica. Sopravvive, in chi scrive, militante laica e socialista, un ultimo, indomito dubbio: è possibile immaginare, per il futuro prossimo, una ‘ndrangheta meno bigotta e meno baciapile? Libera cosca in libero Stato? Ci si lasci, almeno, il sacrilegio del surreale.

 

*conduttrice della trasmissione televisiva “Perfidia”

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x