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Attivista anti 'ndrangheta intimidito durante una festa in piazza

REGGIO CALABRIA Hanno tentato di fargli ballare la tarantella in segno di sottomissione. Lo hanno offeso, cercando di intimidirlo e alla fine lo hanno invitato a lasciare la festa. E…

Pubblicato il: 13/08/2014 – 16:36
Attivista anti 'ndrangheta intimidito durante una festa in piazza

REGGIO CALABRIA Hanno tentato di fargli ballare la tarantella in segno di sottomissione. Lo hanno offeso, cercando di intimidirlo e alla fine lo hanno invitato a lasciare la festa. E’ quanto accaduto – come denunciano alcune associazioni antimafia del reggino – ad un giovane attivista anti’ndrangheta, Giuseppe Trimarchi, a Canolo Nuovo, nella locride, in occasione della Sagra del Pane. Trimarchi, laureato in scienze politiche e impegnato in attività per l’accoglienza agli immigrati nell’ambito del progetto Sprar a Marina di Gioiosa Jonica, ha denunciato l’episodio ai carabinieri che hanno avviato le indagini. Lui non ha inteso commentare l’accaduto. A parlare, però, sono diverse associazioni impegnate sul fronte della legalità. «La sola presenza di Giuseppe Trimarchi in piazza 25 Aprile a Canolo – è scritto in un comunicato congiunto delle associazioni – ha scatenato la reazione di chi non tollera l’espressione della libertà, le prese di posizione anti ‘ndrangheta, l’impegno per la cultura, la solidarietà, la civiltà, la democrazia. Quanto accaduto a Canolo è l’ennesimo atto di una strategia intimidatoria contro chi lotta per un’alternativa concreta. C’eravamo anche noi mentre Giuseppe veniva accusato per le sue scelte, mentre gli veniva contestato minacciosamente di avere scritto parole sbagliate». A sottoscrivere la denuncia pubblica che ha portato alla luce l’episodio sono Stopndrangheta.it, Arci Comitato Territoriale, DaSUD, Libera Locride, Calabria Solidale, Libera Piana, Recosol Calabria, Associazione don Milani Gioiosa Jonica, Gianluca Congiusta onlus, Osservatorio sulla ‘ndrangheta di Reggio Calabria, Collettivo Nuvola Rossa di Villa San Giovanni, Libera Reggio Calabria, Libera Calabria. «Siamo stati al suo fianco – è detto ancora nel comunicato – e continueremo a farlo. Perché siamo tutti noi ad essere stati minacciati per aver rifiutato un certo modello culturale, per aver deciso di parlare, di raccontare, di denunciare».

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