REGGIO CALABRIA Le elezioni regionali e le Comunali di Reggio non saranno accorpate. La posizione ufficiale in merito è stata illustrata oggi alla Camera dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, in risposta a un’interrogazione presentata da Pino Galati e Renato Brunetta, che chiedevano un election day per il 23 novembre. «Il caso in esame – ha detto Alfano – è una fattispecie particolare e non risulta possibile rinviare la data per i Comuni (come Reggio, ndr) sciolti per infiltrazioni mafiose, in quanto il procedimento elettorale è già in corso». A Reggio – ha aggiunto il ministro – è «peraltro in atto da tempo la raccolta firme per la presentazione delle liste, che dovranno essere depositate tra le otto di venerdì 26 settembre e le 12 di sabato 27, e l’emanazione di un nuovo decreto di indizione delle elezioni modificherebbe gli adempimenti già portati a termine». Secondo Alfano, accorpare i due momenti elettorali comporterebbe altri problemi: «La data del 23 novembre potrebbe determinare un ballottaggio al 7 dicembre, alla vigilia della festa dell’Immacolata. Situazione che pregiudicherebbe il diritto di voto dei reggini».
GALATI DELUSO
Dunque, niente election day, per ragioni tecniche ma anche di opportunità. Galati si dice «profondamente deluso» dalla risposta di Alfano, che «fino ad ora ha predicato la necessità di tagliare gli sprechi laddove è possibile». Il deputato calabrese rifiuta anche le giustificazioni circa la tempistica, inusuali per un governo che «corre alla velocità della luce» come quello di Matteo Renzi. Con l’election day «si ridurrebbero sia i costi sia i giorni di scuola persi, invece in questo modo ci rimetterà lo Stato e anche le famiglie». Per Galati la verità è un’altra: il no all’accorpamento è frutto di una «volontà politica che mira ad anticipare le elezioni di Reggio. Si abbia almeno il coraggio di dirlo con chiarezza».
Subito dopo, in conferenza stampa, ha fatto sentire la sua voce anche Renato Brunetta. «Se non sarà accolta in extremis la nostra richiesta – ha detto il capogruppo di Forza Italia –, questo dovrà pesare sulla campagna elettorale in Calabria. Per un meschino calcolo elettoralistico si sprecano sodi, giornate di scuola e democrazia».
A stretto giro arriva anche la presa di posizione del vicecoordinatore regionale di Fi Nino Foti: «Nonostante i proclami di questo governo in tema di tagli e risparmi, nonostante i provvedimenti approvati dai precedenti governi che vanno in questa direzione, come ad esempio il decreto 98 del 2011 sulla spending review, si preferisce perseguire una strada totalmente opposta che trova una propria spiegazione solo se inquadrata in un’ottica di calcoli e strategie politiche».
«ALFANO MAGGIORDOMO DI RENZI»
«Non siamo per nulla sorpresi dalla risposta negativa del ministro Alfano alla richiesta di Forza Italia dell’accorpamento tra le elezioni comunali di Reggio Calabria e le elezioni regionali», afferma il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Gianfranco Turino. «Accorpamento – prosegue Turino – che avrebbe consentito risparmi e ottimizzazione degli spazi, soprattutto di quelle scuole che verranno chiuse per ben tre volte nell’arco di un mese per consentire lo svolgimento di ben tre tornate elettorali (26 ottobre amministrative, primo turno – 9 novembre amministrative secondo turno – 23 novembre regionali). È paradossale che un ministro della Repubblica pieghi la razionalità a becere logiche e strategie elettorali. Il paradosso diventa dramma quando poi le strategie elettorali non sono del ministro in questione, leader del Ncd, ma del suo premier Renzi, capo del governo ma pseudo avversario in Calabria». Secondo il coordinatore di FdI, «alla base del mancato rinvio delle amministrative di Reggio c’è una ragione semplice. Renzi sa benissimo che Falcomatà sta perdendo terreno elettorale ogni giorno che passa e se allungasse i tempi, il suo “enfant prodige” sarebbe destinato alla sicura sconfitta. Alfano più che ministro della Repubblica è il maggiordomo di casa Renzi. Ce ne siamo già accorti sulla vicenda “provinciali di Cosenza”, dove dietro l’operazione “candidatura Manna” si nasconde l’accordo Gentile-Adamo, o meglio Ncd-Pd». «Mi chiedo e chiedo ufficialmente a tutto il centrodestra – conclude Turino – come si fa ancora a pensare di sedersi con questo partito, sempre più succube del Pd».
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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